31 anni di giovani studenti aiutati, 31 anni di elarginazioni senza nessun ritorno, 31 anni passati fin troppo in sordina. Ma adesso il presidente della Fondazione Famiglia Legnanese, Mauro Mezzanzanica, non ci sta più (leggi anche: Mauro Mezzanzanica, un volontario "rivoluzionario").

Il momento di far vedere a tutti, anche oltre Legnano, quanto le aziende del territorio e non solo hanno fatto in tutti questi anni, è arrivato. E per farlo ha cominciato riportando la manifestazione "a casa", al teatro Tirinnanzi: «Vogliamo partire da dove il presidentissimo Caironi aveva lasciato – ha commentato Mezzanzanica, ringraziando il sindaco Fratus per la collaborazione –, prendendo il testimone e andando avanti. Le borse di studio sono una donazione senza ritorno, date a studenti senza conoscerli. Siamo arrivati a distribuire, in 31 anni, 6milioni e mezzo senza nessuno scopo di apparire, ma grazie solo all'impegno di volontari che non si prostano a nessuno». 

Sarà una cerimonia più snella e ringiovanita quella di domenica 26 novembre: i borsisti saranno registrati in modo elettronico, poi sul palco ecco un "talk show", un confronto tra istituzioni che vedrà gli interventi del sindaco Gianbattista Fratus, del Presidente della Fondazione Mauro Mezzanzanica, Monsignor Angelo Cairati prevosto di Legnano, l'avvocato Umberto Ambrosoli presidente della Bpm e il dott. Paolo Testi direttore generale di Bpm.

Tra le novità, oltre alla presentazione del nuovo logo della Fondazione, anche l'intervento di sei ex borsisti che hanno fatto carriera a livello professionale, tra cui Giovanni Bandera, diventato oggi lui stesso un donatore. «Vogliamo così alimentare il dialogo con chi ha ricevuto la borsa di studio negli anni passati, anche come stimolo a portare avanti il nostro testimone» ha sottolineato Mezzanzanica. Le testimonianze saranno un esempio importante anche per i circa 150 borsisti come Chiara Colpo (al seconda anno del corso di laurea specialistica in Economia e Gestione dei Beni Culturali) che, racconta, «la notizia di aver vinto la borsa di studio, dopo i tanti sforzi fatti, mi ha ribaltato la giornata».

Nel 1987 sono state assegnate le prime 15 borse di studio e se oggi siamo a quota 150 (per un valore di circa 240mila euro) è grazie a chi ha sempre mostrato passione per la Fondazione e per la formazione dei giovani: «I ragazzi che ricevono la borsa di studio saranno il futuro della nostra città – ha commentato il sindaco Fratus, soddisfatto soprattutto che la manifestazione sia stata riportata a Legnano -. Caironi ha creato le borse di studio per premiare gli studenti non in base all'Isee ma per il loro merito e bisogna complimentarsi con chi sta portando avanti questa tradizione che, tenendo presenti i valori iniziali, ha saputo dare una rispolverata alla cerimonia e all'immagine della Fondazione. Una Fondazione composta da persone valide della nostra città che hanno capito la strada migliore da intraprendere». Un ricordo a Caironi è arrivato anche dal presidente della Famiglia Legnanese, Gianfranco Bononi che lo ha descritto come un «bravo seminatore che ha trovato terreno fertile grazie anche agli imprenditori di Legnano e dell'Alto Milanese, molto attenti ai nostri giovani».

Supportato dal revisore dei conti Alberto Lazzarini, che ha mostrato una situazione patrimoniale ed economica senza nessun problema, Mezzanzanica ha infine sottolineato come negli ultimi 10 anni, a dispetto della crisi che ha visto «una riduzione del 70% delle donazioni verso le fondazioni, quella della Famiglia Legnanese non ha mai avuto un calo. All'inizio pensavamo che, venendo a mancare Caironi, non saremmo riusciti a raccogliere la stessa somma, invece in 15 giorni abbiamo avuto tutte le adesioni». 

Foto di Luigi Frigo

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