Il sogno del matrimonio e i sospetti su Davide Fontana, parla il fidanzato di Carol Maltesi
5 Dicembre 2022
«Fin da quando Carol mi fece conoscere Davide Fontana capii che c’era qualcosa che non andava». A tornare ancora una volta sul rapporto tra Carol Maltesi, la 26enne uccisa e fatta a pezzi nella sua abitazione di Rescaldina, e Davide Fontana, il vicino di casa ed ex compagno della vittima che ha confessato l’omicidio, è Salvatore Galdo, fidanzato della donna nei suoi ultimi mesi di vita, chiamato a testimoniare nel processo per il delitto davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio.
In aula l’uomo ha ripercorso i passaggi che hanno portato Carol Maltesi ad avvicinarsi a quello che sarebbe diventato il suo carnefice, dalle difficoltà economiche e lavorative della donna durante il periodo della pandemia al primo shooting fotografico proposto da Fontana tramite i social: passaggi che lei stessa gli aveva raccontato, come dall’inizio della loro relazione gli aveva sempre raccontato quali video avrebbe girato e con chi l’avrebbe fatto.
Poi le discussioni con la fidanzata sui video girati con il vicino di casa, che a Galdo non piacevano perché «da parte di Fontana era diventata una cosa che andava oltre il lavoro» (con tanto di esempi come i sentimenti manifestati dall’imputato verso la donna anche ad amici comuni o le stanze matrimoniali prenotate da lui quando la accompagnava nei locali per le serate) e la richiesta di smettere con i filmati, anche per smettere di passare «la maggior parte del tempo sopra un telefonino». E il desiderio di Carol di cambiare città, dal quale sarebbe stato il suo stesso assassino a distoglierla («Ha giocato sulla sua insicurezza, come la paura di guidare in posti che non conosceva»).
Fino al sogno di sposarsi suggellato da un anello che Galdo aveva regalato a Carol Maltesi nelle settimane immediatamente successive al loro incontro, con la promessa di “trasformarlo” in un anno in una proposta di matrimonio vera e propria, e alle ultime battute del loro rapporto: quel video dell’11 gennaio che avrebbe dovuto essere l’ultimo girato dalla donna con Davide Fontana, le chat con l’utenza WhatsApp della vittima subito dopo l’omicidio attraverso le quali lei spiegava di doversi sottoporre al test Covid perché il vicino era risultato positivo al virus e poi la comunicazione della sua stessa positività e della volontà di rimanere sola.
Visibilmente commosso, Galdo ha spiegato alla Corte d’Assise di Busto Arsizio di aver cercato di avere altri contatti con la donna con il “pretesto” di alcuni effetti personali lasciati nella casa di corte di Rescaldina dove Carol è stata uccisa e di aver provato a contattare anche lo stesso Fontana, fino ad una «informazione letteralmente sbagliata» quando gli fu riferito che la donna era stata vista insieme al padre del figlio, dopo la quale l’uomo si era «messo l’anima in pace».
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