Domenica 2 ottobre il Rugby Parabiago 1948 scenderà in campo per la prima partita di campionato 22-23 in serie A,  contro i ragazzi dei Centurioni Rugby, e chiama a raccolta tutti i suoi sostenitori per partire con il massimo entusiasmo.

Abbiamo incontrato il nuovo Direttore Tecnico Daniele Porrino, arrivato a luglio dal Rugby Rovato, dopo aver debuttato domenica 18 settembre nel test contro il Verona: «Una partita equilibrata, con tutti i problemi delle prime partite, – commenta Daniele -. I ragazzi, molti nuovi e provenienti da altri club, erano un po’ disorganizzati in campo ma hanno avuto un ottimo atteggiamento che lascia ben sperare: la squadra è motivata, basta trovare il giusto equilibro».

Nessuna ambizione di salire di categoria ma la decisa volontà di «fare un campionato da protagonista – afferma il direttore tecnico -. Dobbiamo fare un campionato per giocarci tutte le partite, non abbiamo nessuna sudditanza con alcuna squadra: la classifica la vedremo alla fine della stagione. Non vogliamo dare nessun match per scontato». Ad affiancare la prima squadra  – il Rugby Parabiago è salito 6 anni fa in serie A dopo anni di forte crescita –  troviamo anche la squadra cadetta di serie C e anche per loro «l’obiettivo è quello di fare un campionato di livello»

Daniele Porrino ha lavorato 10 anni in Federazione, ha allenato la Nazionale femminile, maschile e l’Accademia di Milano; è stato 5 anni ad allenare il Rugby Rovato in serie C per arrivare quest’anno a Parabiago.

Come ha trovato il Club? «È uno dei più strutturati della Regione  che guarda molto avanti e ha persone a tempo pieno, non solo nella parte tecnica, e hanno un’ottima organizzazione per il livello. Un club a 360°, molto attento al sociale, che non guarda solo ai risultati sportivi, aperto al territorio».

Il Rugby Parabiago collabora fortemente con gli altri club del territorio, non solo della Lombardia ma anche dell’Emilia Romagna e presenti all’estero e, anche per la sua attenzione al settore giovanile, è stato scelto dalla Federazione come uno dei 7 poli italiani per la formazione di giocatori Under 18 dell’Altomilanese e del Rhodenese: «Per noi è molto importante costituire il terzo polo educativo, insieme alla scuola e alla famiglia, per la formazione dei più piccoli – aggiunge Giampiero Grimoldi  -: vogliamo offrire un prodotto che va oltre la parte sportiva e che sia di livello, per questo abbiamo introdotto nel mini rugby pedagogista e nutrizionista oltre agli educatori. Anche quest’anno abbiamo avuto una buona partecipazione agli open day: le iscrizioni sono ancora aperte».

Per quanto riguarda l’attenzione al sociale, quest’anno il club  ha  lanciato, in collaborazione con altre associazioni e realtà educative del territorio,  il progetto RugbyOltre che ha l’ obiettivo quello di utilizzare la disciplina sportiva come mezzo per lo stimolo e il miglioramento delle capacità motorie, cognitive e sociali in bambini e ragazzi (o anche maggiorenni) con disturbo dello spettro autistico, sfruttando le regole fondamentali del gioco del rugby e riadattandole alle necessità dei ragazzi e ragazze che partecipano all’attività.

Di Francesca Bianchi