“Lo stadio Mari è la casa del Legnano calcio, non lasceremo mai la sede”
Il presidente Enea Benedetto pronto ad ogni azione, per evitare di lasciare la sede all'interno dello stadio comunale: "Ci rifiutiamo di pensare che l'impianto diventi una sala mensa nei giorni feriali e un ippodromo nei giorni festivi"
«Lo stadio Mari è da sempre la Casa dell’AC Legnano. Non lasceremo mai la nostra sede. Se sarà il caso attiveremo ogni azione disponibile, politica o giudiziaria, per tutelare il Club». E’ sempre, e questa volta ancor più, particolarmente deciso Enea Benedetto, presidente lilla, nel rispondere all’assessore Guido Bragato, dopo le dichiarazioni sul futuro della società all’interno dello stadio comunale.
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«Abbiamo già accettato di giocare le partite più importanti della stagione scorsa “fuori casa” per quieto vivere e anche questo può aver inciso su una retrocessione amara ed immeritata – prosegue Benedetto -. Siamo disponibili a collaborare con altri Club minori e con la Fondazione Palio per un progetto di miglioramento del bene pubblico, ma riteniamo illegittima ed impugnabile ogni eventuale provvedimento che non includa l’AC Legnano nell’utilizzo dello Stadio, della Sede e di tutti gli spazi oggetto della concessione che, sebbene scaduta nei termini, era di fatto stata prorogata attraverso la nostra disponibilità scritta ed un silenzio assenso da parte della Città di Legnano».
«Siamo, senza alcun dubbio, parte integrante della storia sportiva della Città, ci è stato chiesto di iscrivere la squadra e lo abbiamo fatto, ora siamo pronti a fare la nostra parte in tutto e per tutto… ci rifiutiamo di pensare che lo Stadio Mari possa trasformarsi in una sala mensa nei giorni feriali ed in un ippodromo nei giorni festivi», la chiusura fortemente polemica del presidente.
Un pensiero finale di Enea Benedetto sulla nostra denuncia di un bavaglio alla stampa, dopo l’annuncio di voler querelare la testata online Sport Legnano: «Nessun bavaglio – scrive il presidente-. Ma pretendiamo, come deontologia prevederebbe, la verità, citare le fonti che siano affidabili, il “giusto mezzo” ed il contraddittorio… se c’è stata diffamazione, nello specifico di SL, magari pilotata da un socio occulto (o da un editore occulto) con interessi specifici lo stabilirà un giudice».
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