«Tutto il gruppo è unito, abbiamo deciso di prendere di petto la situazione e far valere i nostri diritti. Molti di noi sono padri di famiglia, questo è il nostro lavoro e per molti l’unica fonte di reddito, non possiamo permetterci di non avere certezze sul nostro futuro».

Con questa dichiarazione rilasciata alla testata online Sport Legnano, i giocatori lilla hanno in pratica risposto alla società che si gioca sì per la maglia, ma soprattutto per campare e sostenere la propria famiglia.

Non si parla di un vero e proprio sciopero, tuttavia le premesse ci sono, mettendo a rischio la fine della stagione. La presunta riduzione dei compensi, i rimborsi spese che sarebbero decurtati, gli stipendi che in qualche caso tarderebbero anche da tre mesi hanno fatto scattare la reazione della squadra che si dice compatta nella richiesta di un incontro con la dirigenza e nel dover ricevere quanto concordato in passato.

Sono trascorse poche settimane dal passaggio di proprietà e subito ecco che i primi nodi venire al pettine.

Perché, se é vero che la società è ferma nel suo credo (ridurre tutti i costi), è’ anche vero che cambiare le regole fissate precedentemente è un giochino pericoloso.

Prima grana quindi per il nuovo Ac Legnano che, adesso, deve ricucire il rapporto con la squadra. Non dovremo forse rimpiangere la gestione Montanari?