PALLACANESTRO CERRO MAGGIORE-CASA DELLA GIOVENTU’ ERBA 44-64

PALLACANESTRO CERRO MAGGIORE: Cassano 5, Mariani ne, Marranzano 4, Puglisi, Rossetti, De Tomasi 6, Pastori 4, Beretta 12, Meraviglia ne, Bianchi 4, Girardin 5, Trentini 4. Allenatore Legramandi.

CASA DELLA GIOVENTU’ ERBA: Ceppi 10, Spreafico 4, Smaniotto 13, Sironi, Rigamonti 4, Corti, Crippa 2, Cesana, Brambilla 15, Valsecchi, Romanò 11, Colombo 5. Allenatore Cristian Testa.

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Finisce dopo un solo anno l’avventura della Pallacanestro Cerro Maggiore nel campionato di C Gold. Decisiva la seconda sconfitta consecutiva per mano di Erba (44-64 il punteggio finale) in una stagione avara di soddisfazioni, dove i ragazzi di Legramandi hanno raccolto soltanto tre sorrisi.

Uno di questo, proprio contro Erba ad ottobre. Per questo la serie dava possibilità di speranza. Dopo la domenica negativa in terra lariana, però, anche la sfida del PalaOlimpia diventa una serata con poche luci. Per un tempo Cerro Maggiore resta aggrappata alla partita. Tanta confusione da entrambe le parti ma anche alcune buone trame difensive in una gara con pochi punti segnati come è normale che sia quando regni la paura. Smaniotto segna ma Erba non scappa, Cerro Maggiore resta lì e con la bomba di De Tomasi e il canestro di Trentini trova il vantaggio (21-20). Ma arrivano i canestri di Spreafico e un parziale di 0-6 che con il punteggio basso pesa e non poco.

Anche perché all’orizzonte c’è la maledizione del terzo periodo. Beretta cerca fortuna attaccando il ferro, ma quando Ceppi trova canestri con continuità Cerro Maggiore sprofonda. Il numero 4 ospite segna nove punti nella seconda metà del terzo periodo e i padroni di casa per la prima volta vanno sotto in doppia cifra (34-45). In più qualche fischio poco equo spazza via anche le residue energie mentali e il quarto periodo è di fatto sentenza.

Erba si salva e viene applaudita dallo sportivo pubblico cerrese, mentre il presidente Bombelli rende merito a capitan De Tomasi. In campo nonostante un crociato lesionato e con una schiena che fa tribolare. E che dopo sette anni potrebbe decidere di lasciare. Con la speranza di un ripensamento, Cerro gli rende il giusto tributo.