Cinque Mulini, Eyob Faniel prenota un posto sul podio
"Il tracciato sanvittorese è in linea con la mia tipologia di corsa" conferma il primatista azzurro
Anche quest’anno non sarà il 6 il numero del suo pettorale, quello che gli organizzatori della Cinque Mulini assegnano da tradizione all’atleta più quotato per la vittoria. Non avrà il 6 ma, se ci fosse, a lui andrebbe certamente un ipotetico 6-bis.
Il lui in questione è Eyob Ghebrehiwet Faniel, maratoneta e mezzofondista azzurro in forza alle Fiamme Oro. Nato in Eritrea nel 1992 e trasferitosi in Italia con la famiglia nel 2004 per ricongiungersi al papà, l’atleta cremisi detiene attualmente tre primati nazionali – che è pronto a limare ulteriormente: quello dei 10k (28’08”, Madrid 2020); quello della mezza maratona (1:00’07”, Ampugnano 2021); e quello di maratona (2:07’19”, Siviglia 2020).
Fresco di una prestigiosa prestazione al Campaccio corso domenica scorsa a San Giorgio su Legnano – quarto in 29’53” dopo una volata finale in cui ha avuto la meglio sull’etiope Mogos Tuemay, vincitore dell’edizione 2020 -, Eyob si è raccontato a pochi giorni dalla Cinque Mulini.
“Sono entusiasta di tornare a San Vittore Olona e rimettermi alla prova sui prati della Cinque Mulini, che sarà il mio ultimo test prima di partire per tre settimane di preparazione in Kenya”, esordisce al telefono. “E’ passato un bel po’ di tempo da quel 22 gennaio 2017 (nono al traguardo, ndr), ma ricordi e sensazioni sono ben vive nella mia memoria. Della gara ho apprezzato l’intero tracciato; so che rischio di essere scontato, ma il passaggio nei Mulini è impagabile, paragonabile alla bellezza dei ponti su cui si corre la Maratona di Venezia; e lo dico nonostante proprio quei tratti non siano particolarmente congeniali alla mia corsa a causa di secche curve e controcurve che si susseguono in pochi metri. Ricordo con particolare piacere l’edizione del 2008, quella che ha visto Zersenay Tadese trionfare sul keniano Eliud Kipchoge: stimo molto il portacolori eritreo, e non nascondo che la riguardo ogni volta che ho bisogno di nuovi stimoli.”
Ma non è solo il passaggio tra i Mulini ad essergli rimasto ben impresso nella memoria, in occasione della sua prima sanvittorese. “Già, è impossibile non parlare del divertimento e dell’allegria che ho respirato quel giorno; e anche della gran fatica fatta per portare a compimento la prova. Certo, allora non avevo nelle gambe una vera e propria preparazione da cross, sicuramente mi sento molto più pronto quest’anno pur non essendo un crossista, ma lavorando per distanze più lunghe.”
E a proposito della gara in programma tra due giorni, continua affermando che “per la tipologia del percorso, la sento più nelle mie corde rispetto al Campaccio. Domenica scorsa mi sono riabituato alle scarpe chiodate, ma sicuramente il tracciato che mi attende la prossima domenica è molto più lineare, con lunghi rettilinei e meno curve, il che significa piu’ possibilità di correre in modo fluido e veloce senza dover frenare per poi ripartire: decisamente più in linea con la mia tipologia di corsa.”
Lato tattica: “Ho già ricordato di non essere uno specialista delle campestri; ma questo non significa che abbia timore dei miei avversari o che soffra di qualsivoglia pressione esterna pre-gara. Al contrario, gestirò la prova in base alla sua evoluzione e alle mosse dei miei diretti rivali – sarebbe da stupido mettermi a tirare e fare il loro gioco. Sono tranquillo, pronto e non temo nessuno degli atleti al via: se le gambe girano come devono e la giornata è quella giusta, conto di fare davvero una buona prestazione. Non mi piace promettere la luna, e quindi non dico adesso che arriverò primo, ma sicuramente non sarò nemmeno l’ultimo a tagliare il traguardo; anzi, darò del filo da torcere agli avversari e dimostrerò quello che valgo”.
Che il terzo posto di Stefano Baldini nel 2005, la miglior recente prestazione italiana alla Cinque Mulini, sia destinate a cadere per mano di Eyob Faniel, che già gli ha tolto il primato nazionale di maratona? “Beh, io mi impegno, poi ci risentiamo domenica a fine gara…”
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