L’ebreo che sfidò i nazisti
Berlino, 1936: Rudi Ball è una stella della nazionale tedesca di hockey che si allena per le Olimpiadi di Garmisch. Ma è ebreo e Goebbels in persona ne vieta la convocazione. I compagni però sono con lui, e ai Giochi, Rudi, ci andrà

(d. f.) Con l’episodio numero 12 termina la seconda stagione della rubrica di Marco Giannatiempo, curata dalla redazione sportiva di V2 Media/ VareseNews e dedicata alla cultura dell’hockey su ghiaccio. Torneremo in autunno (ma aspettatevi anche qualche uscita speciale) ma stiamo lavorando anche a qualche bella novità. Nel frattempo vi raccontiamo una storia che si intreccia con una delle grandi tragedie del Novecento, il nazismo e la persecuzione degli ebrei. La vicenda di Rudi Ball.
“Alla balaustra” ha cadenza quindicinale e viene pubblicata il primo e terzo (ed eventualmente quinto) lunedì pomeriggio di ogni mese. Gli otto racconti della prima stagione e quelli della seconda sono disponibili in calce all’articolo.
Berlino, ottobre del 1935, siamo negli spogliatoi dei Berliner Schlittschuh-Club, una delle squadre più prestigiose e vincenti di tutta la Germania. Due ufficiali nazisti spalancano la porta della grande stanza dove i giocatori si stanno cambiando: al suo interno echeggia un pezzo swing, uno degli ultimi in realtà visto che quella musica pochi mesi dopo sarà bandita dal regime, che la catalogherà come “degenerata”. Questo perché zeppa di influenze afroamericane e jazzistiche, quindi uno stile non ariano, e poi perché ha una forte associazione alla cultura americana e britannica, ed è molto legata alla Swingjugend (Gioventù Swing), un gruppo di ragazzi tedeschi che si opponeva alle rigide imposizioni culturali del regime.
I due ufficiali cercano Rudi Ball, un ragazzo ebreo, il più forte della squadra e tra i migliori giocatori di tutto il movimento hockeistico tedesco. Per lui c’è una lettera firmata personalmente da Joseph Goebbels, capo del Reichsministerium für Volksaufklärung und Propaganda (Ministero del Reich per l’istruzione pubblica e la propaganda) della Germania nazista, nonché fedele braccio destro di Adolf Hitler. Poche righe dove si comunica a Ball che non potrà partecipare alle Olimpiadi Invernali di Garmisch-Partenkirchen che si disputeranno dopo qualche mese. I due ufficiali salutano, uno dei due spegne la radio e si chiudono la porta alle spalle.
Rudolf Victor Ball, detto Rudi, nasce a Berlino il 22 giugno 1911, in un periodo di grande fermento sociale e culturale in Germania, ma anche all’inizio di profonde trasformazioni politiche del Paese. La sua famiglia fa parte della borghesia tedesca. In quel periodo l’hockey su ghiaccio sta guadagnando popolarità: ci giocano già i fratelli di Rudi, Gerhard e Heinz, e quindi lo sceglie anche lui che però è il meno prestante di tutti, è alto solo 1 metro e 63. L’allenatore lo fa giocare ma ne è certo, nell’hockey non avrà futuro. Previsione sbagliata, Rudi infatti diventa la punta di diamante della squadra, e assieme ai due fratelli forma una delle linee più temibili del campionato che vincerà per sei volte, merito di quel pattinaggio, veloce, di quella incredibile visione di gioco e poi di quel tiro, secco e preciso. Naturalmente Rudi viene chiamato in nazionale, e nel 1932 contribuisce in maniera significativa alla vittoria della medaglia di bronzo a Lake Placid negli Stati Uniti, un risultato storico che segna il miglior piazzamento di una squadra europea di sempre fino a quel momento. Ball fa bene anche in diversi Campionati Mondiali e Campionati Europei, portando argenti e bronzi importantissimi per la Germania, e lo fa sempre da protagonista.
Ma torniamo da dove siamo partiti, la vigilia delle Olimpiadi Invernali del 1936, quelle di Garmisch, le ultime prima della Seconda Guerra Mondiale, volute dal Führer e trasformate dal regime nazista in vetrina della superiorità tedesca, iniziando la propaganda che continuerà nei Giochi estivi di Berlino dello stesso anno. Dopo che la porta si chiude dietro le spalle dei due ufficiali tedeschi qualcuno riaccende la radio, e le ultime note del pezzo swing tornano a suonare mentre la lettera appena consegnata a Rudi fa il giro dello spogliatoio.
Si ferma tra le dita di Gustav Jaenecke, stella dell’hockey tedesco che la legge, guarda Rudi e gli fa una solenne promessa: non giocherà se il suo amico non farà parte della squadra nazionale. La notizia arriva ai gerarchi nazisti mandandoli su tutte le furie: loro, di certo, un ebreo in squadra non lo vogliono, e poi le persecuzioni erano già iniziate ed è impossibile fermarsi.
Si fa pressione su Jaenecke, gli si ricorda il concetto di Großdeutschland, la Grande Germania, ma il giocatore rimane inflessibile, senza Ball in nazionale lui sul ghiaccio non ci va. La situazione creerebbe imbarazzi difficilmente gestibili, quindi Goebbels alle strette accetta, includendolo come unico atleta ebreo della delegazione tedesca ai Giochi invernali. Da Ball pretende però il silenzio sulle discriminazioni subite, obbligando la famiglia dell’atleta a restare in Germania. Una opzione che il giocatore accetta, anche per dimostrare che le convinzioni di Hitler rispetto alla “superiorità razziale” sono solo fantasie perverse. La Germania stavolta non fa molta strada, ma lui gioca un torneo spettacolare, mostrando per l’ennesima volta il suo talento.
Dopo i Giochi Ball lascia Germania: qualcuno gliela vuole fare pagare ma la bestia nazista non si è ancora mostrata in tutta la sua spaventosa nefandezza, e così lui e la sua famiglia raggiungono il Sudafrica. Qualche tempo dopo, nel corso di un’intervista, un cronista gli chiese se lo sport non gli dovesse un maggior riconoscimento visto l’enorme contributo concesso a questa disciplina. Lapidaria la sua risposta: «Sono io quello che deve molto a questo sport, l’hockey ha salvato me e la mia famiglia dall’Olocausto».
ALLA BALAUSTRA: PUNTATE PRECEDENTI
19. Il gigante Cheyenne
18. One eyed man
17. Ghiaccio e guerra fredda
16. Pinguini rossi
15. Galante e cattivo
14. Figli di una lega minore
13. La squadra senza avversari
12. Non è mai troppo tardi
11. Zamboni, il genio del ghiaccio
10. Senza maschera e senza paura
9. La Kraut Line va alla guerra
Prima stagione – Tutti gli articoli
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