La festa a canestro di Busto Arsizio è già finita: ceduto a Caserta il titolo sportivo
A pochi giorni dalla storica promozione sfuma (per l'ennesima volta) la possibilità di una pallacanestro di vertice in città. Vani i tentativi di tenere in casa i diritti mentre i vicini-rivali di Gallarate e Legnano si affronteranno nella terza serie nazionale
La festa appena cominciata è già finita, cantava Sergio Endrigo ignaro che le sue parole sarebbero calzate a pennello per il Basket Busto Arsizio che meno di due settimane fa conquistava una storica promozione in Serie B dopo un’emozionante finale playoff contro Pizzighettone, per di più a braccetto con i rivali di Gallarate a loro volta vincenti (e promossi) nell’altro tabellone di Serie C Gold Lombardia.
La gioia però è durata poco perché in Serie B ci andrà la Juve Caserta, storica società del basket italiano (ricordate lo scudetto del 1991 con Gentile ed Esposito in campo, ai danni di Milano?) che nel frattempo ha acquistato proprio dalla società bustocca il titolo sportivo. Con tanto di solidarietà espressa ai tifosi della AB Oil da parte di Francesco Farinaro, il patron del club campano che ha concluso l’operazione nelle scorse ore. «Il mio personale ringraziamento va al presidente Fabio Ferrarini, all’avvocato Luca Calloni ed a Tommaso Girola» ha scritto Farinaro mettendo involontariamente il dito nella piaga.
Perché in seno al Basket Busto Arsizio è apparsa chiara una spaccatura che era già emersa nel corso dell’anno: la prima squadra ha in un certo senso fatto cammino a sé sotto la guida di coach Mazzetti e la spinta degli sponsor (la AB Oil di Alessandro Bonicalzi e la Hydrotherm della famiglia Barbera) mentre il presidente Ferrarini si è occupato soprattutto di settore giovanile, facendo registrare pochissime presenze in tribuna per le partite di Benzoni e compagni. A Busto in queste ore si discute anche della posizione di Girola, da tempo senza incarichi in società ma intermediario nella cessione dei diritti a Caserta tanto da aver incontrato personalmente il presidente campano, il già citato Farinaro.
E dire che nell’ultimo periodo i tentativi di tenere a Busto la Serie B non erano mancati. Il Comune si è mosso soprattutto con l’assessore Maurizio Artusa, aveva garantito la disponibilità di un campo da gioco omologato (il PalaFerrini dopo alcuni lavori necessari: nel caso fosse servito più tempo era stata imbastita la soluzione-Vanzaghello, temporanea) e spinto perché il titolo sportivo potesse magari cambiare di mano ma rimanere in “casa” (si parlava di una nuova Aurora Basket Busto, con evidente richiamo alla Pro Patria) in vista del 2023 in cui Busto sarà Città Europea dello sport.
Tra l’altro con la prossima riforma dei campionati, la prossima Serie B non prevede retrocessioni, una situazione che avrebbe consentito alla società (nuova o vecchia) di affrontare la stagione senza particolari patemi di classifica e, per di più, senza esborsi extra per raggiungere la salvezza. Ma anche questa circostanza non è servita, e così Busto Arsizio per l’ennesima volta negli ultimi anni si è auto-respinta rispetto al basket di vertice. Si ripartirà dalla Serie D con la neopromossa Antoniano (brava!) ma non è proprio la stessa cosa. Tanto più che oltre i confine comunali c’è tutta l’intenzione di spingere sull’acceleratore: Gallarate da un lato e Legnano dall’altro saranno in Serie B con l’intenzione di fare bene e marcare ancora di più le schermaglie di campanile.
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