Due manifesti contro la violenza sulle donne a firma Liceo Artistico dell’Acqua di Legnano
Sono due gli elaborati scelti dal Comune di Legnano e dalla Rete Antiviolenza Ticino- Olona per accompagnare la programmazione degli eventi che si terranno a Legnano per dire "No" alla violenza sulle donne
Un ombrello tumefatto sotto il quale si riparano tante donne legate da un filo rosso simbolo della forza femminile contro la violenza sulle donne. È il manifesto che quest’anno rappresenta Legnano durante il mese di novembre dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne. Un elaborato scelto dal Comune di Legnano e dalla Rete Antiviolenza Ticino- Olona è stato realizzato dagli studenti del Liceo Artistico dell’Acqua che, anche coordinati dal professor Alban Met-Hasani e dalla professoressa Gennj Catalano. I giovanissimi autori, ossia, Benedetta Ferrario, Letizia Foscarino, Sara Mapelli e Giorgia Molla hanno definito l’alleanza al femminile da loro descritta come una vera e propria «sorellanza» capace di contrastare la violenza perchè «bisogna unirsi e non subire da sole».
Il lavoro è stato mostrato oggi, lunedì 18 novembre, dall’assessora alla Comunità inclusiva Ilaria Maffei in occasione della presentazione del ricco calendario di eventi pensato per sensibilizzare sul tema. Un programma che verrà, invece, accompagnato da un secondo elaborato ossia quello realizzato da Edoardo Paladino, Arianna Petruzzi, Beatrice Cremona e Saad Chanqour. Il lavoro, che rappresenta il viso triste di una donna in grigio su uno sfondo rosa antico su cui è sovrapposta per metà una maschera raffigurante il medesimo viso truccato con un’espressione serena. «Infatti molte donne vittime di violenza si ritrovano a negare il dolore subito, indossando una “maschera” di felicità, rassegnandosi alla denuncia del torto subito – spiegano i ragazzi -. Il volto truccato in primo piano infatti sottolinea ciò che la donna può nascondere sotto ad esso, come segni sia di violenza psicologica, spesso sottovalutata, che fisica; una sofferenza “mascherata” da un volto che non rappresenta le vere emozioni della donna. Con questo manifesto invitiamo le vittime a far cadere questa maschera rivelando le ferite subite senza temere il giudizio altrui».
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