Meno iscritti a scuola, sindacati: «Una “bastonata generazionale” che taglierà posti di lavoro»
Un bilancio preoccupante a pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni negli istituti scolastici secondo il sindacalista Pippo Frisone della Flcgil Legnano
La popolazione scolastica è in continuo calo, con una media di 100mila studenti in meno per anno, ma allo stesso tempo aumentano gli alunni disabili. Ciò significa una maggior richiesta di bisogni educativi speciali. Un bilancio preoccupante stilato, a pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni negli istituti scolastici d’ogni ordine e grado, dal sindacalista Pippo Frisone della Flcgil Legnano. Un andamento che, secondo Frisone, porterà ad una riduzione di posti di lavoro per tutti gli operatori scolastici.
Una vera e propria “bastonata generazionale” che si sta registrando anche sul territorio dell’Alto Milanese. Basti pensare che la cicogna negli ultimi dodici mesi ha fatto tappa a Legnano soltanto 399 volte, una quarantina in meno rispetto al 2021. Un trend negativo ormai da diverso tempo: non è infatti la prima volta che Frisone lancia l’allarme sul calo di iscritti e sulla crisi del mondo della scuola.
«Alle 20 del 30 gennaio si chiudono le domande d’iscrizione per l’anno scolastico 23/24 nelle scuole d’ogni ordine e grado – precisa il sindacalista in una nota -. In ragione del principio dell’obbligatorietà e della gratuità, non sono previste richieste di contributi obbligatori alle famiglie, fatta eccezione per rimborso di alcune spese come l’assicurazione RC e infortuni per gite/uscite, libretto assenze ecc.. I contributi che tutte le scuole chiedono alla conferma delle iscrizioni e che vanno da 20-30 euro nei comprensivi a 120-150 euro nelle superiori, hanno carattere volontario, sono fiscalmente deducibili e permettono di abbassare il reddito sul quale viene calcolata l’Irpef. Lo scenario in cui avvengono le iscrizioni per l’as.23/24, purtroppo, non fa che ripetere quello degli anni precedenti: un preoccupante calo demografico che continuerà ad investire la scuola ad una media di 100mila alunni in meno per anno. Secondo i recenti dati Censis, la scuola ha perso negli ultimi 5 anni 403mila alunni (-4.7%), da 8,6Mln. di alunni è passata a oltre 8 milioni. con perdite prevalenti nell’Infanzia(-11,5%) e nella Primaria (- 8,3%).Nei prossimi 10anni il Censis prevede un calo a 7milioni di alunni e tra 20anni a 6 milioni. Tra 20anni ci sarà 1,7Mln alunni in meno, dato che non risparmierà nemmeno le Università».
Il gap generazionale ha colpito fortemente la Lombardia e Milano ed è proprio qui il riscontro di un aumento degli alunni disabili che a livello regionale sfiorano il 16% (circa 50mila). «Nell’anno in corso sono stati 5.422 gli alunni in meno nella provincia di Milano, con -1.100 all’Infanzia, -2.215 alla Primaria, -1.546 alle medie e -551 alle superiori – spiega il sindacalista -. Il trend negativo si ripeterà anche per il 23/24. Quanto alle scelte degli indirizzi nella secondaria, sulla base della seria storica, a prevalere saranno ancora una volta i licei attorno al 56%, i tecnici al 30% e i professionali al 14%. A tutto ciò va aggiunto il taglio di circa 700 autonomie scolastiche sul territorio nazionale, coi nuovi parametri minimi e massimi sugli alunni per istituto, inseriti nella legge di bilancio 2023. Taglio che vuol dire anche riduzione di altrettanti posti di dirigenti scolastici e direttore dei servizi amministrativi, tecnici e ausiliari. Un taglio graduale di quasi 100 milioni. che servirà ad autofinanziare le scuole e le supplenze; briciole che si aggiungono alle uniche risorse che arriveranno col PNRR dall’Europa e che a fatica le scuole cercano di programmare e utilizzare».
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