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La lezione di Salvatore Borsellino al Bernocchi

L'importanza di non dimenticare: questo il messaggio dell'incontro tra gli studenti dell'Istituto Bernocchi di Legnano con Salvatore Borsellino...

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Salvatore Borsellino all'Istituto Bernocchi 4 di 8

Nella foto la professoressa Enrica Tamburini tra lo storico legnanese Giancarlo Restelli e Salvatore Borsellino fratello di Paolo Borsellino, magistrato italiano assassinato da Cosa Nostra nella strage di via d'Amelio.


L'importanza di non dimenticare: questo il messaggio dell'incontro di oggi tra gli studenti dell'Istituto Bernocchi di Legnano con Salvatore Borsellino, organizzato da Giancarlo Restelli e la professoressa Tamburini.

«Nel nostro laboratorio storico abbiamo a cuore la memoria del nostro Paese – ha introdotto Enrica Tamburini – perché è fondamentale ricordare una parte della nostra storia italiana che spesso viene deformata e dimenticata. Compito della scuola è quella di recuperare testimonianze e verità. Come è possibile che dopo la morte di Giovanni Falcone anche Paolo Borsellino subisca la stessa sorte dopo 57 giorni? Dopo la strage di Capaci lui continua imperterrito, è un esempio perché non ha paura e si dimostra un uomo dello stato. Quella di Paolo Borsellino è una vicenda tragica perchè muore consapevole dopo la morte di Falcone e non si fa nulla per evitare questo».

Dopo la visione di filmati sulla strage di Capaci e di via d'Amelio avvenute nel 1992, Salvatore Borsellino, ha commentato la vicenda dal punto di vista di fratello e di cittadino italiano: «Ogni volta che vedo le scene dei video visti io non mi commuovo. Mio fratello non l'ho ancora pianto e non lo piangerò finché non ci sarà giustizia su queste stragi. Paolo e Giovanni erano due magistrati, non due eroi, volevano estirpare quel cancro che ha corroso per anni la vita del nostro Paese nato nel sud e proliferato poi nel resto d'Italia. Non c'è oggi regione esente da questo tumore, anche se in ognuna si presenta in forme diverse».

«Paolo diceva – ha ricordato Borsellino –: "Palermo non mi piaceva, per questo imparai ad amarla, perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare!". Io non mi considero fratello di Paolo perchè abbiamo fatto una scelta di vita diversa, dopo la laurea con mia moglie ci siamo trasferiti via da Palermo perché non potevo pensare di far crescere la mia famiglia dove i morti ammazzati li vedevi per le strade!»

manuela zoni

Redazione
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Pubblicato il 25 Novembre 2014
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