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“Fermi”: Conoscenza e competenza

E’ iniziato da poco l’anno scolastico 2014/15, e anche l'Istituto Fermi di Castellanza è già al lavoro per tracciare gli obiettivi da conseguire per un servizio formativo adeguato...

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Apertura anno scolastico Istituto Fermi - ottobre 2014 4 di 10

E’ iniziato da poco l’anno scolastico 2014/15, le tante scuole già a lavoro da tempo, tracciano gli obiettivi da conseguire per rendere un servizio formativo adeguato. Formazione, competenze, griglie, aspettative, sono le parole che corrono tra i corridoi delle scuole. In uno di questi abbiamo incontrato la prof.ssa Ivana Morlacchi, preside dell’Istituto Fermi di Castellanza.

Buongiorno preside, è iniziato un nuovo anno, quali sono le parole chiave di questo suo inizio?

Buongiorno. Noi del Fermi, ma anche della San Giulio, la nostra scuola media, abbiamo scelto solo due termini: Conoscenza e Competenza. Basiamo tutta la nostra offerta formativa su questo. Certo, con qualche distinzione tra i vari corsi di studio. Da tempo, nel mondo della scuola, circola il verbo “fare” che tradotto in termini diversi, vuol dire competenza. Un verbo carico di moltissimi significati, in quanto legato, assai fortemente, al contesto in cui si trova. Il “fare” che si attua in un’azienda non è certamente uguale a quello che si cerca di realizzare nel mondo della scuola. Noi ci confrontiamo giornalmente con individui, persone che hanno un loro mondo e questo cambia totalmente la strategia da attuare. Nella nostra scuola, più che trasmettere una competenza isolata, un fare qualcosa, cerchiamo di dare la piacevolezza di saper fare, di spronarli a trovare le soluzioni attraverso le conoscenze, l’esperienza e le idee.

Preside, andiamo più nel dettaglio, ci dica quali sono i vostri piani formativi di quest’anno.

Partiamo dal tecnico. La nostra offerta punta ad offrire ai nostri studenti le conoscenze del saper fare marketing, conoscere il diritto internazionale, e poi ovviamente il funzionamento di una azienda, capire come gestirla attraverso le idee, la creatività e la propria professionalità.

E’ importante, dunque, che queste conoscenze abbiano un riscontro. Questo noi lo creiamo attraverso l’esperienza dell’Alternanza della scuola lavoro. Un momento importante della formazione, in cui i nostri ragazzi escono dalle loro aule per andare tre settimane in un’azienda per fare esperienza. Un’esperienza che nella nostra scuola coinvolge la partecipazione di tutti gli studenti, sia quelli bravi sia quelli che hanno difficoltà nello studio. Diamo a tutti la stessa opportunità. L’altra occasione importante è il progetto “Aziende in cattedra”. In questo progetto gli studenti incontrano gli imprenditori e le aziende confrontandosi per la prima volta.

Per il liceo la direzione del piano formativo è soprattutto quella di esaltare e potenziare le lingue. La nostra scuola investe tantissimo in questo, impiegando docenti madrelingua che apportano quel valore in più. Nostro scopo non è quello di trasmettere solo la disciplina di studio in modo nozionistico, ma far comprendere che ogni lingua è uno strumento importante per comunicare. Anche qui, cerchiamo di dare del nostro meglio, realizzando partnership con altre scuole all’estero che accolgono i nostri studenti.

Scusi Preside, ma il comune denominatore qual è?

Credo che sia la didattica. Cerchiamo di allacciare la tradizione con l’innovazione. Le nuove realtà multimediali hanno trasformato il modo di insegnare, di trasmettere contenuti, ma nonostante questo, credo che nel mondo della scuola, l’uomo, la persona debba avere la sua centralità. Ecco nella nostra scuola, studenti, docenti, dipendenti hanno la loro centralità, tutto il resto è solo funzionalità.

Qual è il maggior punto di forza della vostra scuola?

I miei docenti. Se lei nota, non ho mai detto “io”, ho sempre usato “noi”. Non è facile costruirlo, forse, tra i pronomi personali è quello più ostico a realizzare.  Nella nostra scuola non ci sono dipendenti ma collaboratori con cui mi confronto, dibatto. Abbiamo delle regole, ma soprattutto delle responsabilità su cui costruiamo il nostro lavoro di docenti. L’immagine che mi affascina di più è quella di vedere lo scambio di conoscenze tra docenti di diverse generazioni. Questa contiguità generazionale tra docenti con esperienza è aspetto importantissimo di comunicazione e di ascolto reciproco. Questo mi rende orgogliosa dei miei docenti.  

Preside sembra un paradiso la sua scuola!

Non è un paradiso, è una realtà come tante altre, dove si commettono anche errori, abbiamo le nostre fragilità ma siamo belli anche per questo.

Perché un genitore dovrebbe iscriversi nella vostra scuola?

Capisco molto bene la domanda! Qui potrei vendere i mei prodotti. Mostrarvi la mia vetrina. Lo so, la mia scuola è privata, per cui per molti vuol dire vendere diplomi, attuare percorsi facilitati. In realtà non è così, siamo consapevoli di avere una forte responsabilità sul futuro di tante persone. Essere permissivi, facilitarli, significherebbe  ingannarli per sempre. Noi non vogliamo tradire il tempo di crescita e maturazione di nessuno, crediamo che ognuno abbia i suoi tempi, noi realizziamo tutte le strategie per farlo crescere, aspettandolo. Tra poco, l’8 novembre ci sarà il primo degli  Open Day. Il programma di quest’evento è impostato sulla massima trasparenza. Infatti, protagonisti saranno i genitori e gli studenti del nostro istituto. E’ giusto che siano loro a raccontarci e a dare risposte.

E lei?

Io sarò in qualche aula a pormi domande. L’umanità è progredita grazie alle domande, mai per le risposte date.

Redazione
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Pubblicato il 16 Ottobre 2014
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