Il sindaco Centinaio all'esterno della scuola a colloquio con i ragazzi

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Aperto da sole tre settimane e "benedetto" dall'assessore provinciale Marina Lazzati proprio all'inizio del corrente anno scolastico, il nuovo Dell'Acqua non piace agli studenti che, stamane, in circa 120 non sono entrati in classe e si sono mossi, in corteo, verso il Municipio.

Alle 9, gli allievi soprattutto delle classi Quarte e Quinte hanno "occupato" la Sala degli Stemmi, invocando un intervento del sindaco.

Il primo cittadino è sceso tra i ragazzi, ha ascoltato le loro osservazione e, subito, ha deciso di marciare con loro verso l'Istituto, cercando un incontro con il dirigente scolastico.

Nel nuovo plesso di via Bernocchi, porte chiuse e impossibilità di avere un colloquio con il preside Sergio Breda, impegnato in alcuni incontri previsti da tempo con i genitori.

A questo punto, attorno alle 10, l'invito del sindaco Centinaio, apparso comunque infastidito da questo rifiuto del prof. Breda ad incontrarlo: "Ragazzi – il suo appello – dimostratevi maturi e democratici. Io vi assicuto il mio interessamento. Voi rientrate in classe".

Dopo un primo tentativo andato a vuoto in quanto era in corso l'intervallo, le porte della scuola si sono aperte, ma dei circa 80 studenti rimasti, e che che comunque si sono comportati con la massima educazione e rispetto per tutto il tempo della loro manifestazione di protesta, a scuola ne sono rinetrati una decina.

Ma quali le ragioni di simili "sciopero"? Anzitutto l'inagibilità della palestra di via Bernocchi, la possibilità di utilizzo delle altre palestre comunali solo in pochi giorni della settimana, alcune classi hanno le ore di educazione fisica divise e questo comporta poco tempo di lezione, mancanza di computer e impossibilità di svolgere i corsi di informatica, mancanza della rete internet e di un'aula per gli audiovisi.

Tutte lacune che, nei giorni scorsi, la direzione avrebbe giustificato con i lavori ancora in corso e che comunque a breve dovrebbero trovare una soluzione adeguata. Promesse che, evidentemente, non bastano più agli studenti.

marco tajé