Il saluto di Gorla Minore a Elena, “Impariamo tutti la sua ricetta di gioia”
Con una chiesa gremita, piena di magliette colorate e intrisa di dolore e ricordi, Gorla Minore ha salutato la piccola Elena Giudici. Il ringraziamento alla sua famiglia, che ha condiviso questo essere così speciale con l'intera comunità, affinché ciascuno possa imparare da lei a vivere una vita piena
Le panche nelle navate affollate da magliette colorate, una tale quantità di persone da esserci la necessità di tenere spalancate le porte della chiesa, la fila per scrivere un saluto sul libro di commiato posto accanto alla sua foto.
No, Elena, non verrai dimenticata. Non ne avevamo alcun dubbio, ma oggi il tuo paese, la tua Gorla Minore, lo ha mostrato in modo evidente. Ha circondato la tua famiglia del più commosso degli abbracci, rispettando il loro volere di colorare la chiesa il più possibile delle tinte dell’arcobaleno, perché a te, piccola principessa, piacevano i colori.
Ed è una maglietta rossa quella che indossi nella foto scelta dai tuoi genitori, sorridi e hai i pollici in su come a dire “va tutto bene”. Questo è stato il tuo insegnamento, affrontare le prove che la vita ti ha messo dinanzi come una guerriera, barcamenandoti fra visite, ricoveri e terapie, sorretta da una famiglia che ha sempre cercato di leggere in fondo al tuo cuore, aiutandoti a sopportare tutto questo, ma senza dimenticare l’adolescente che stavi diventando.
Ed in questo cammino, tanti sono gli amici che, tu, Elena hai amato e da cui sei stata amata e loro erano tutti lì, per te, per salutare chi ha saputo conquistare il cuore di chiunque la incontrasse.
La ricetta di Elena
«In questi giorni abbiamo utilizzato tutto il termine “Angelo” parlando di lei, cerchiamo di comportarci e vivere nel modo in cui lei ha vissuto la sua vita in mezzo a noi» ha affermato in apertura il sacerdote celebrante.
L’omelia di don Luca ha poi fatto riferimento alla passione di Elena per la cucina, elencando gli ingredienti della ricetta che la ragazza ha impastato per una vita intera: allegria, sorriso, tenacia, voglia di mettersi in gioco, coraggio, buone relazioni e amicizie, gratitudine e fiducia in Dio.
«Elena ha vissuto una vita piena, non allungando la sua esistenza, ma allargandola e riempendola di significato» e tutti hanno potuto attingere a questa ricetta «grazie alla sua famiglia, che ha scelto di non tenere Elena per sé, ma di condividerla con l’intera comunità, affinché ciascuno di noi potesse imparare da lei».
Una generosità di cui l’intera comunità è grata a mamma Monia, papà Davide e il fratello Leonardo.
C’è stato il momento della preghiera, ricordando la grande fede di questa famiglia dal cuore grande, e c’è stato il momento del ricordo.
Il ritratto emerso dagli aneddoti letti alla platea commossa hanno raccontato di una ragazzina che, seppur se nella sua fragilità, amava sorridere e divertirsi, capace di fare gli scherzi e contagiare chiunque la circondasse.
È poi arrivato il grazie di mamma Monia a tutti coloro che hanno riversato amore verso la loro famiglia e soprattutto alla sua bambina, capace di «aver insegnato a sorridere nel dolore e a guardare l’essenziale».
Un insegnamento che resterà, sempre, come resterà il sorriso di Elena in ciascuno di noi.
Le donazioni per fare del bene nel nome di Elena
Questi gli estremi per continuare a fare donazioni, affinché la famiglia di Elena possa, in collaborazione con il reparto di cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale Niguarda a un’iniziativa destinata al miglioramento della vita dei malati.
Questo l’Iban a cui è possibile indirizzare la propria offerta:
IT13S0503450321000000002096
(intestato a Monia Forlani)
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