Medici a confronto a Legnano sui farmaci SGLT2 inibitori “amici” anche di cuore e reni
L'incontro, denominato "SGLT2 e protezione cardiovascolare" tenutosi a palazzo Leone da Perego a Legnano ha attirato una cinquantina di medici tra specialisti e medici di Medicina Generale
Non curano solo il diabete, ma risultano efficaci nella cura di insufficienza cardiaca e renale. Si tratta degli inibitori SGLT2: una nuova classe di farmaci nata per la cura del diabete, risultati poi con il tempo utili anche per altre patologie. Sono “amici” di cuore e reni. Terapie innovative che sono state spiegate oggi, sabato 4 maggio, durante il convegno, organizzato dalla Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti (FADOI). Un incontro, denominato “SGLT2 e protezione cardiovascolare” tenutosi a palazzo Leone da Perego a Legnano che ha attirato una cinquantina di medici tra specialisti e medici di Medicina Generale.
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A introdurre i lavori intervenendo in maniera puntuale il prof. Antonino Mazzone, direttore del Dipartimento di Area Medica e Continuità Assistenziale dell’ASST Ovest Milanese. L’esperto legnanese ha spiegato che gli obiettivi dell’incontro sono stati quelli di fornire informazioni aggiornate sulle linee guida per la gestione del diabete di tipo 2 e allo stesso tempo spiegare, come l’integrazione degli inibitori SGLT2 sia in grado di migliorare gli esiti nei pazienti con patologie cardiovascolari e renali. «Sono farmaci che cambieranno la storia – afferma Mazzone -. Ricordo che la prima causa del ricovero in medicina è lo scompenso cardiaco ed è proprio in quest’ambito che questi inibitori possono essere utilizzati». In sintesi questi farmaci riducono la glicemia, facilitando la perdita di glucosio e sodio attraverso le urine. «È qualcosa di nuovo comparso dopo trent’anni di cura dell’insufficienza renale che di fatto è molto diffusa nel mondo –. Teniamo poi conto che un paziente su due a nell’Asst è diabetico».
Tra i relatori c’erano i dottori Ilaria Dalle Mule, Roberto De Giglio, Luca Francesco Di Toma, Ilaria Formenti, Chiara Marchesi, Laura, Eugenia Rabbi, Ilario Stefani, Roberto Turato e Cornelio Turri. In sintesi gli studi clinici sulla sicurezza cardiovascolare dei farmaci per il diabete di tipo 2 hanno portato a un cambiamento significativo nel trattamento dell’iperglicemia. Gli inibitori SGLT2 hanno dimostrato non solo sicurezza, ma anche efficacia nel prevenire complicazioni cardio-renali nei pazienti diabetici con malattie cardiovascolari pregresse o con fattori di rischio multipli.
In quest’ottica la gestione del paziente diviene sempre integrata tra specialisti e non solo. Ed è proprio in questo contesto che, come ha precisato il dottor Stefani, risulta importante la stretta collaborazione tra specialisti e medici di medicina generale. «La condivisione delle informazioni e il coordinamento tra le varie figure coinvolte è cruciale per ottimizzare i risultati terapeutici e utilizzare in modo razionale le risorse disponibili. Una corretta prevenzione cardiovascolare e gestione della terapia nei pazienti con comorbilità complesse è essenziale per delineare rapidamente un percorso diagnostico, avviare tempestivamente terapie farmacologiche ottimali e gestire in modo efficiente il follow-up».
SGLT2 inibitori (o gliflozine) includono tre molecole l’empagliflozin, il canagliflozin e il dapagliflozin. Sono farmaci approvati in Italia per il trattamento del diabete di tipo 2 in mono-somministrazione giornaliera, con un profilo di safety superiore rispetto ad altri ipoglicemizzanti orali.
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