Legnano ricorda le sue 207 vittime del Covid con dieci alberi di ciliegio
Le piante, simbolo di rinascita, fioriranno davanti all'ex Tribunale, in via Gilardelli, oggi sede dell'ufficio anagrafe del Comune: "La Comunità ha reagito forte e unita"
Legnano ha intitolato un filare di alberi di Ciliegio alle vittime del Covid-19. La targa in memoria dei 207 legnanesi che nel 2020-21 e 22 persero la vita a causa del virus è stata svelata stamattina, lunedì 18 marzo, Giornata Nazionale delle Vittime del Covid, con una cerimonia commossa scandita da preziose testimonianze, a seguito di una mozione promossa dalla lista Toia in consiglio comunale.
Le piante, simbolo di primavera e di rinascita, fioriranno davanti all’ex Tribunale, in via Gilardelli, oggi sede dell’ufficio anagrafe del Comune, che in quegli anni ricoprì un ruolo importante e mise a dura prova anche i suoi dipendenti. «Un periodo buio, durante il quale la comunità ha dimostrato di essere più forte e unita», ha detto il sindaco Lorenzo Radice a 4 anni esatti dai tragici episodi di Bergamo, quando decine di camion dell’esercito sfilarono in un clima sepolcrale per portare via le salme delle persone decedute. Il primo cittadino ha parlato davanti a una rappresentanza di medici, sanitari, Forze dell’Ordine e di cittadini impegnati nel sociale e del volontariato, il cui impegno fu cruciale per affrontare la pandemia che arrivò all’Ospedale di Legnano il 25 febbraio del 2020. Con loro anche un gruppo di studenti dell’Istituto Dell’Acqua.
L’impegno dei giovani e del volontariato
Per raccontare la capacità che le istituzioni e la comunità riuscirono a mettere in campo per dare una risposta positiva in quei giorni drammatici, il sindaco ha riportato alla memoria un episodio che coinvolse l’Auser e i giovani: «L’associazione, tra le sue tante attività meritorie, si occupa di portare gli anziani, e non solo, a fare visite e controlli medici. I suoi volontari – ha ricordato Radice – sono soprattutto anziani, i più esposti durante la pandemia. Da un giorno all’altro l’Auser non potè più fornire un servizio essenziale, che nemmeno il Comune riesce a garantire da solo. La comunità si mobilitò con l’immediato coinvolgimento dei giovani delle scuole, neo-diciottenni che si fecero avanti garantendo il servizio di trasporto, ma anche altri aiuti come la consegna della spesa a casa dei più fragili». Per questo progetto, Giacomo Pigni, un legnanese, oggi consigliere comunale, fu premiato premiato dal Presidente della Repubblica.
Il sindaco non ha dimenticato il lavoro portato avanti dagli uffici comunali, come quello dell’anagrafe o dei servizi cimiteriali, «che non hanno chiuso un giorno nonostante quello che stava succedendo, nonostante le assenze»; e l’impegno della Polizia Locale, e di tutte le Forze dell’Ordine, che hanno continuato da dare un servizio alla comunità, nonostante le «immense difficoltà».
Il ruolo delle RSA
Furono tantissimi i nonni scomparsi nella fase più dura della pandemia. Le Rsa furono messe a durissima prova. In loro rappresentanza è stato invitato a presenziare alla cerimonia Livio Frigoli, direttore della Rsa Sant’Erasmo di Legnano. In quegli anni ebbe il coraggio di denunciare la difficoltà nel reperire strumenti apparentemente banali come le mascherine o i camici per permettere agli operatori di accudire in sicurezza gli anziani ospiti della struttura: «Un mio carissimo collega di lavoro, Lucio – ha detto Radice – oggi ci guarda da lassù, perchè come tante altre persone coraggiose, ha accettato di non mollare e di andare avanti a fare il sui lavoro fino in fondo. Oggi siamo qui per dire che la Comunità è più forte: i fiori di questi alberi ci ricorderanno che la vita vince sempre».
Gli angeli della sanità
Non basteranno mai i ringraziamenti ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario che si misero in primissima fila per sconfiggere il virus, mettendo a repentaglio le loro stesse vite: «Tutte le componenti delle aziende sanitarie – ha detto il direttore generale della Asst Ovest Milano Francesco Laurelli – si sono messe in gioco, condividendo anche strumenti e saperi. Sono stati costruiti ausili per proteggersi dal virus e non bisogna sottovalutare il prezioso lavoro di studio e di analisi portato avanti in quel periodo, dal quale siamo usciti più forti».
A Legnano 10% di morti in meno rispetto alla media nazionale
All’ospedale di Legnano furono introdotte terapie sperimentali che portarono risultati importanti: «Queste terapie – ha ricordato il professore Antonino Mazzone, responsabile del reparto di Medicina Generale, presente insieme al prof Stefano Rusconi guida dell’Infettivologia – ebbero visibilità a livello internazionale per la loro efficacia, tanto che a Legnano i dati sulla mortalità registrati erano il 10% in meno rispetto a quelli nazionali. Probabilmente oggi, senza queste cure, avremmo ben più di 207 vittime da commemorare».
Il medici hanno ricordato i gesti di umanità nei confronti dei parenti dei ricoverati e l’immenso lavoro dei colleghi, commemorando chi perse la vita, come il medico di medicina generale di Busto Arsizio Roberto Stella.
Commossa anche la testimonianza del medico di base Leonardo Vegetti che con i suoi colleghi fu costretto a lavorare senza la certezza di cure, strumenti e protocolli sanitari. Vegetti ha ricordato in particolare il concittadino, dottor Flavio Bison, vittima della seconda ondata di Covid, la più drammatica per il nostro territorio: «Flavio è stato un riferimento per affrontare quei giorni difficili – ha detto -, ricordiamoci di quanto siamo fragili e andiamo avanti con coraggio».
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