Sciopero del personale sanitario: a Legnano adesione del 50%, disagi nei quattro Ospedali
I sindacalisti NurSind con gli infermieri e altri professionisti in forza all'Asst Ovest Milanese hanno partecipato in maniera massiccia allo sciopero indetto a Milano per segnalare il forte malessere accusato nel comparto sanità
«La professione degli infermieri così come quella di tante altre figure sanitarie è sminuita, ma senza di noi gli Ospedali si fermano e oggi lo abbiamo dimostrato». Ad affermarlo sono i sindacalisti NurSind con gli infermieri e altri professionisti come i tecnici di radiologia, in forza all’Asst Ovest Milanese che oggi, venerdì 17 novembre, hanno partecipato in maniera massiccia allo sciopero indetto a Milano per segnalare il forte malessere accusato nel comparto sanità. «Siamo sempre meno – affermano con forza sindacalisti e lavoratori – siamo sempre più stanchi e gli anni passano. Ma non c’è nessuno pronto a sostituirci perchè questo mestiere non è valorizzato».
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La protesta degli infermieri è passata in secondo piano rispetto a quella degli operatori del trasporto pubblico. «La nostra voce non ha trovato spazio eppure il rischio di non avere più una salute pubblica è importante». L’adesione generale nei quattro ospedali dell’Asst locali è stata pari al 50%: «Non è mai stata così alta: ciò deve far pensare». È stata una partecipazione così importante che i servizi sanitari legnanesi hanno «arrancato – precisano i sindacalisti -. Si perchè c’è stata una riduzione delle attività operatorie e ambulatorie nei quattro presidi. Ci scusiamo profondamente con i cittadini che si sono trovati a dover rimandare operazioni e visite. Ma sinceramente quest’azione è stata necessaria per far capire quanto sia importante il ruolo degli infermieri in una struttura sanitaria. La dimostrazione di oggi è una proiezione del futuro: la mancanza di un ricambio generazionale porterà gli ospedali in una crisi ancor più profonda». I sindacati con i lavoratori hanno poi storto il naso sulla soluzione proposta da Regione Lombardia: «Far arrivare in Lombardia rinforzi dal sud americani non è la soluzione. Perchè non vuol dire valorizzare questo lavoro, visto che le condizioni resterebbero le medesime. Questa professione è poco attrattiva per i giovani: stipendi bassi e carichi di lavoro elevati, dimissioni precoci, poca autonomia professionale, poca possibilità di carriera lavorativa».
«Prima eravamo gli eroi, adesso ci dicono che il nostro lavoro non è usurante, e anzi ci tagliano anche le pensioni – precisano gli infermieri -. Il personale sanitario prossimo al pensionamento è penalizzato attraverso le modifiche della percentuale di rendimento pensionistico prevista dall’art. 33 del DDL bilancio 2024 e nella mancata definizione di una chiara valorizzazione dell’indennità di specificità infermieristica all’art. 10 comma 5 del DDL bilancio 2024. Se non si agirà concretamente, a partire dalla finalizzazione dei finanziamenti in legge di bilancio verso questa professione, temiamo che la carenza infermieristica porti allo smantellamento del servizio pubblico a favore di una sanità sempre più privata».
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