Meno iscritti ai corsi di laurea per infermieri, Nursing Up: «Occorre ridare appeal alla professione»
Una rappresentanza sindacale di Nursing Up ha presenziato all'incontro sulla sanità con il ministro della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo
«Un faccia a faccia costruttivo, all’insegna dell’indispensabile realismo che tutte le parti in causa devono dimostrare di possedere, in un momento così delicato per il nostro SSN, per contribuire, nessuno escluso, a fare la propria parte per la rinascita del sistema». Si può riassumere così, in poche parole, l’incontro, avvenuto nella giornata di ieri, tra i Sindacati e il ministro della pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.
Nursing Up, presente attraverso la Confederazione di riferimento, ha messo sul tavolo “temi caldi” come la necessità di «ridare “appeal” alla professione, alla luce di dati allarmanti, in particolare quel 25% del calo delle iscrizioni alla facoltà di infermieristica. Si è partiti anche dalla drammatica e inconfutabile analisi della crisi della pubblica amministrazione, ribadita fortemente nel corso dell’intervento. Una pubblica amministrazione, intanto, è un dato di fatto, in piena difficoltà economica, ma anche tristemente svuotata di prospettive, che deve svestire i panni dell’intricata e annosa burocrazia; una pubblica amministrazione che deve tornare ad essere attrattiva per i giovani, come i futuri infermieri, che devono sentirsi stimolati nel decidere di intraprendere un lungo e complesso percorso di studi, per poi iscriversi agli ordini ed entrare nelle aziende sanitarie, attraverso quei bandi di concorso che oggi restano incredibilmente vacanti».
Sono stati toccati contenuti fondamentali legati all’attualità, come la necessità di velocizzare i contratti, che viaggiano con preoccupante ritardo, oppure ancora come la necessità di creare maggiori prospettive di carriera. «Nell’ultimo CCNL, firmato a giugno, sono stati certamente compiuti passi in avanti, come la creazione del nuovo sistema classificatorio, con le cosiddette quattro aree, e in particolare la presenza di quella delle elevate professionalità – precisano i sindacalisti -. Passaggi importanti, non c’è dubbio, barlumi di luce, ma non sufficienti ancora ad un cambiamento radicale, laddove la pubblica amministrazione dovrà finalmente viaggiare anche verso il necessario mutamento dal punto di vista culturale».
È stato sottolineato a gran voce che occorre ripartire dalle basi, il rafforzamento della professione attraverso la crescita numerica dei nuovi laureati è fondamentale. «La politica non può astenersi dal fare il possibile per favorire questa rinascita – spiegano i sindacalisti -, avendo il dovere, anche, di condurre alla legittima valorizzazione chi già da anni “vive sul campo” la realtà dell’essere infermiere, ricostruendo così, come già detto, l’indispensabile appeal nei confronti di questa professione, da parte della collettività, che negli anni è andato drammaticamente scemando». Per la prima volta dal 2011, il numero dei laureati in Infermieristica è sceso sotto 10mila. Nel dettaglio, i laureati sono 11.436 sui 15.464 posti messi a bando, pari al 74%. Valore questo che è sceso dall’81% del 2013 al 69% del 2020 e al 67% del 2021. Tra le principali ragioni la difficoltà, nell’ultimo biennio, di assicurare il tirocinio per gli studenti e terminare così in tempo il percorso formativo. «È quindi il numero dei laureati in Infermieristica che scende, come già detto con il 25% dei posti a bando a rimanere desolatamente vuoto: un dato questo davvero preoccupante – spiegano le parti sindacali -. Occorre finalmente investire maggiori risorse nel sistema, dando continuità a ciò che si è fatto durante la pandemia. È necessario investire negli uomini e nelle eccellenze di cui disponiamo: è il momento di tutelare finalmente gli operatori sanitari che combattono nelle corsie, e occorre farlo ridando vita all’impianto della pubblica amministrazione, con retribuzioni degne di tal nome e quindi con una decisiva nuova organizzazione delle aziende sanitarie».
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