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25 febbraio 2020, primo caso di Covid-19 a Legnano: medici, infermieri e soccorritori si raccontano dopo 3 anni

Le parole per raccontare i momenti difficili vissuti durante l'emergenza non mancano, ma spesso si bloccano in gola. Per tutti loro è mancato il tempo «per fermarsi e per pensare a quello che è accaduto»

Covid Tamponi

La pandemia è terminata e i giorni sono tornati a trascorrere veloci in una nuova normalità in cui manca il tempo per riflettere e guardarsi indietro. Le parole per raccontare i momenti difficili vissuti durante l’emergenza non mancano, ma spesso si bloccano in gola. Medici, infermieri e soccorritori di Legnano nel dare un loro ricordo di quel 25 febbraio 2020, giorno in cui ufficialmente è arrivato a Legnano il primo caso di Covid-19, hanno risposto: «È difficile parlarne, non abbiamo ancora avuto il tempo di fermarci e riflettere».

Sono trascorsi tre anni di fatica fisica e resistenza mentale. Mesi concitati, dove non c’è stato più un attimo per pensare a se stessi e ai propri cari. «C’era la paura di portare a casa la malattia. Andavamo avanti con la consapevolezza che dovevamo dare risposte a chi aveva bisogno». E poi il dover sopportare le parole di chi non voleva credere ad un virus pericoloso e che tutt’ora nega quanto accaduto: «Siamo passati da eroi a colpevoli». Guardandosi alle spalle, il microbiologo legnanese Pierangelo Clerici ha subito ricordato «l’incredulità». 

Ripensando a quei giorni del 2020 c’è chi prova tristezza nel ricordare chi non ce l’ha fatta e chi rabbia nel trovarsi davanti ad un sistema sanitario che cade a pezzi con le istituzioni incapaci di valorizzare i lavoratori e il loro operato. Lo sconforto arriva da operatori sanitari e infermieri  in prima linea tra il pronto soccorso e i reparti di Legnano: «È tanta l’amarezza – afferma una infermiera – e non nascondo la voglia di cambiare lavoro». Per Carlo, infermiere dell’Asst Ovest Milanese le istituzioni hanno «ci hanno dimenticato. La sanità pubblica ne è uscita ancor più fragile mentre quella privata è ancor più rafforzata. La pandemia ci ha lasciato solo la consapevolezza che un virus può cambiare il mondo».

Dopo tre anni di pandemia per l’infermiere Carlo «la sanità pubblica ne è uscita ancor più fragile»

Leonardo Vegetti medico di Medicina Generale di Legnano senza nascondere il suo stato emotivo ha commentato: «Se ripenso a quei momenti mi fermo subito…mi viene il groppo in gola pensando agli amici e ai pazienti che ci hanno lasciato. Poi subentra l’amarezza verso chi, ora, si vanta di non essersi vaccinato». Anche i soccorritori della Croce Rossa di Legnano ricordando l’inizio della pandemia sul territorio mostrano commozione e difficoltà nel parlare di una esperienza non ancora metabolizzata: « All’inizio pensavamo che il Covid non ci avrebbe mai toccato. Poi è arrivato anche qui. Ci ha travolto. E da allora non abbiamo più avuto un attimo di tempo per fermarci… per pensare, per ascoltare noi stessi».

Tre anni fa arrivò il Covid a Legnano, Croce Rossa: «Non abbiamo più avuto tempo per fermarci»

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Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 24 Febbraio 2023
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