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I tre ponti gemelli delle Gallerie Cantoni di Legnano intitolati a Franco Basaglia

L'augurio dopo questa intitolazione è quello di riuscire in futuro ad abbattere lo stigma contro il malato mentale promuovendo la cultura dell'inclusione

legnano generica

I manicomi dal 2019 non esistono più in Italia, ma lo stigma verso il diverso crea ancora confini. Non a caso a 44 anni dalla Legge 180, con la quale si dispose la chiusura degli istituti psichiatrici introducendo gli “accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”, ci si trova a riflettere su quanto ancora sia lunga la strada da percorrere prima di riuscire ad abbattere gli steriotipi ancora in vita nell’attuale società. Per avvicinare i cittadini al sogno di Franco Basaglia oggi, domenica 9 ottobre, gli sono stati intitolati i tre ponti gemelli delle Gallerie Cantoni di Legnano – Passaggi sull’Olona che simbolicamente collegano il mondo così detto “normale” da quello considerato “folle” e quindi da tenere lontano da noi. Una sorta di augurio per sperare in un futuro in cui il concetto di libertà promosso da Basaglia diventi realtà con un cambio culturale che permetta di dare libertà attraverso l’inclusione. Proprio come immaginava il neurologo e psichiatra veneziano, fortemente battutosi per far si che il cosiddetto malato mentale fosse riconosciuto prima di tutto come persona, come essere pensante in grado di comprendere il suo stato e in molti casi anche l’importanza della cura del sé. Appare così necessario lavorare per rivoluzionare una società capace solo di isolare i fragili, chi appare diverso o sin troppo sensibile.

Intitolazione a Franco Basaglia dei tre ponti delle Gallerie Cantoni di Legnano

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Durante l’intitolazione, tenutasi sotto la pioggia in occasione della giornata mondiale della salute mentale, è intervenuto il sindaco Lorenzo Radice con lo psichiatra legnanese Giorgio Bianconi, direttore del dipartimento Salute Mentale dell’Asst Ovest Milanese, e Claudio Pio Clemente cittadino che ha promosso l’iniziativa. A partecipare tante rappresentanze del terzo settore e anche semplici legnanesi che si sono soffermati ad ascoltare. Con loro, gli assessori Guido Bragato, Ilaria Maffei e Monica Berna Nasca.

«Sono certo che se guardiamo la toponomastica delle nostre città scopriamo che Franco Basaglia non è una delle personalità più presenti della storia italiana recente – ha commentato il sindaco Radice -. Se, infatti, un ponte collega quello che è separato, quello che è distante, quello che non comunica, Basaglia ha gettato un ponte fra le persone, fra quelle cosiddette normali e quelle cosiddette folli. Non dimentichiamoci che tutti, proprio perché nessuna persona è uguale all’altra, siamo, a modo nostro, diversi. E questo deve essere accettato per un fatto molto semplice: nessuno può né deve imporre agli altri di essere in un certo modo». Il primo cittadino ha poi sottolineato che includere significa «riconoscere la diversità come ricchezza, significa riconoscere a ognuno il diritto di essere quello che è e di fare, nel rispetto delle leggi e degli altri, quello che vuole». L’augurio del sindaco è che l’intitolazione a Basaglia faccia riflettere «in questa città ognuno di noi, grande o piccolo che sia, diverso o strano che sia, nella sua vita, nella sua attività può costruire ponti con gli altri: ponti che rinforzano le relazioni, cancellano incomprensioni e solitudini e che, soprattutto, fanno di tanti individui singoli una vera comunità, dove ciascuno sa prendersi cura degli altri».

La riforma Basaglia, seppur non ancora del tutto realizzata, resta attuale. Di questo ne è certo il dottor Bianconi. E tutti i servizi realizzati sino ad oggi a supporto della malattia mentale sono validi e la via della multidisciplinarità è una carta vincente. Non a caso oggi esiste l’integrazione tra servizi (Sert e Noa collaborano difatti in stretta sinergia con il Cps) proprio per dare risposte a chi chiede una mano, persone che spesso sono multiproblematici. Lo psichiatra legnanese ha poi ricordato che «la salute mentale è di tutti e per tutti» ed ha invitato la politica ad «affrontare questo tema». Perchè il disagio nasce anche là dove c’è «l’incertezza del domani» uno stato precario iniziato con la crisi pre pandemia, aggravatosi con l’emergenza sanitaria ed ora pronto ad acuirsi con le nuove problematiche economiche. Bianconi, dopo aver ricordato le leggi “figlie” dell’importante legge 180, ha fortemente sottolineato la validità di creare una rete a sostegno della salute mentale del soggetto più fragile, sostenendo che il diritto all’inclusione «debba diventare parte della cultura perchè l’inclusione è terapeutica».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 09 Ottobre 2022
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