Jurinovich rilancia l’uso del defibrillatore contro l’arresto cardiaco: «20 casi mortali in 6 mesi. C’è ancora tanto da fare»
Mirco Jurinovich presidente di SessantamilaViteDaSalvare AltoMilanese e soccorritore del 118, operativo in automedica, in questi primi 6 mesi del 2022 ha registrato una lunga lista arresti cardiaci: «Un numero parziale che preoccupa»
«Tanto si è fatto, ma c’è ancora tanta strada da percorrere per poter salvare vite umane». Ne è convinto Mirco Jurinovich presidente di SessantamilaViteDaSalvare AltoMilanese che, soccorritore del 118, operativo in automedica, ha registrato una lunga lista di persone il cui cuore si è fermato per arresto cardiaco. Cittadini che, forse, si potevano salvare, se la rete dei defibrillatori fosse più capillare. «In questi primi sei mesi del 2022 ho contato più di 20 casi di arresto cardiaco con esito mortale – spiega Jurinovich -. Le vittime sono risultate tutte persone sane tra i 25 e i 75 anni. Episodi accaduti tra l’Alto Milanese e il Varesotto. È un numero importante che fa riflettere, in quanto fa riferimento al solo ambito delle mie turnazioni. Quindi è evidente che c’è ancora tanto da fare: vanno installati più Dae e diffusa la cultura sul suo utilizzo».
Sono trascorsi più di vent’anni dal quel tragico giorno di primavera in cui Marco Bandera, giovanissimo studente legnanese, ha perso la vita, nella palestra dell’Istituto Bernocchi di Legnano, a causa di un arresto cardiaco. Da allora si sono intraprese instancabili battaglie che hanno portato a vittorie come la legge sulla diffusione dei defibrillatori. Anni di iniziative per divulgare la cultura dell’emergenza con il Progetto Vita e la diffusione del defibrillatore semiautomatico. I volontari di SessantamilaViteDaSalvare AltoMilanese non si sono mai fermati ed hanno proseguito a coltivare la consapevolezza collettiva di poter agire per prevenire il fenomeno dell’arresto cardiaco improvviso che ogni anno colpisce 60.000 vittime.
Il tempo è vita. Così Jurinovich e i suoi volontari continuano a battersi per diffondere l’utilizzo del Dae. «L’uso del defibrillatore semiautomatico dev’essere immediato: va usato senza paura. È importante che venga attivato in attesa del personale del 118. In questo modo si può salvare una vita e limitare i danni. Non dovete avere paura di usare il Dae: fare come Marco, Paola e Lorenzo che hanno salvato la vita ad Andrea usando il Dae installato, nel 2017, sul sagrato della parrocchia SS. Martiri di Legnano».
Scaricare l’app Progetto Vitache permette di chiamare il 118 e attivare la rete di soccorso. «L’app consente di localizzare i DAE nel raggio di 10 Km dal punto in cui ci si tova – spiega Jurinovich -. Ricordiamo poi che è possibile inviare segnalazioni riguardo DAE nuovi o DAE esistenti».
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