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Il legnanese Clerici, presidente AMCLI, a Bologna per parlare di tubercolosi e microbiologia

Durante 42° Meeting Annuale della Società Europea di Micobatteriologia si parlerà delle malattie respiratorie come la tubercolosi che durante la pandemia ha registrato un aumento. Esperti da tutto il mondo si confronteranno sugli sviluppi di diagnosi e nuove terapie

laboratorio

«Le infezioni respiratorie restano una concreta e grave minaccia per la salute dell’umanità, come ha insegnato la recentissima pandemia Covid-19». Ne è convinto Pierangelo Clerici, presidente AMCLI oltre che direttore U.O. Microbiologia A.S.S.T Ovest Milanese che ha ricordato quanto la pandemia abbia avuto un effetto drammatico sul controllo della tubercolosi a livello globale: «Per la prima volta in 7 anni abbiamo assistito ad un aumento dei decessi per la malattia». Secondo il microbiologo quanto avvenuto negli ultimi 24 mesi «non ci deve far dimenticare la diffusione ancora presente in aree del mondo e, grazie a flussi migratori, potenzialmente presente anche in Europa della tubercolosi, cui si devono imputare complessivamente oltre 10 milioni di nuovi casi e 1,5 milioni di decessi nel 2020».

Un tema importante quello delle malattie respiratorie che sarà trattato a Bologna dal 26 al 29 giugno prossimi in occasione del 42° Meeting Annuale della Società Europea di Micobatteriologia che si tiene nella prestigiosa sede del convento dei Domenicani. A confrontarsi sugli sviluppi diagnostici e clinici saranno circa 200 micobatteriologi provenienti da vari paesi europei, dal Nord America e paesi africani. tutti loro si ritroveranno per presentare e discutere i progressi scientifici nell’ambito delle malattie da micobatteri e in particolare della tubercolosi.

«L’evento, che è patrocinato dall’AMCLI, tratterà, tra i vari argomenti, le innovazioni nel campo dei vaccini e delle piattaforme per trial clinici per i nuovi farmaci – precisa Clerici -. Verrà discussa la necessità di individuare biomarcatori in grado di predire rapidamente quali tra i nuovi regimi terapeutici hanno maggiori garanzie di successo e i marcatori in grado di predire la risposta al trattamento in modo da consentire un accorciamento dei tempi di terapia. Verranno presentate nuove strategie diagnostiche basate sul sequenziamento del genoma e sull’uso per un approccio personalizzato al management del paziente con tubercolosi. Verranno anche presentate importanti novità nel campo della patogenesi della malattia tubercolare e della filogenesi».

Sull’onda delle innovazioni diagnostiche introdotte dalla pandemia, verranno discusse strategie fortemente innovative per la raccolta e l’analisi di campioni biologici da utilizzare per la sorveglianza non solo della tubercolosi ma anche di nuovi patogeni. Il congresso raccoglie ricercatori, bioinformatici, microbiologi clinici e specialisti in malattie infettive e pneumologia.

Come spiega Daniela Maria Cirillo, Presidente dell’ESM, capo dell’unità patogeni emergenti dell’Ospedale San Raffaele e coordinatore del gruppo di lavoro dei micobatteri AMCLI. «Viviamo in un momento importante nel campo della tubercolosi: i recenti flussi migratori conseguenti all’invasione dell’Ucraina, paese ad alto tasso di tubercolosi resistente ai farmaci, testimoniano come la guardia non va abbassata, ma mai come ora abbiamo un buon numero di nuovi farmaci che permetteranno trattamenti corti e molto meno tossici per i soggetti affetti, paradossalmente, nonostante la rivoluzione genomica, abbiamo ancora da lavorare per sviluppare diagnostici da utilizzare per un uso corretto dei nuovi farmaci. Non dobbiamo assolutamente “bruciarceli” per un uso inappropriato».

Clerici lancia una nuova sfida in occasione di questo importante meeting della Società Europea di Micobatteriologia: «Nella lotta alla tubercolosi, come per altre gravi malattie infettive, assistiamo a progressi che non riescono ad incidere completamente sull’eradicazione della malattia. Su questo dobbiamo tutti focalizzare il nostro impegno. Il primo passo concreto nel contrasto alla diffusione della TBC è quello di aumentare la capacità di diagnosi ed analisi del singolo caso. La Microbiologia clinica italiana accetta la sfida e si dichiara pronta a sviluppare reti di controllo sempre più strette ed integrate».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 24 Giugno 2022
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