Due arresti cardiaci in una mattina, Jurinovich: «Necessaria più cultura del soccorso»
Sollecitato da due casi in poche ore, Mirco Jurinovich presidente dell'associazione locale SessantaMilaViteDaSalvare AltoMilanese torna a parlare di «cultura dell'emergenza»
L’arresto cardiaco colpisce senza preavviso. E nonostante la cultura dell’emergenza sia più diffusa, rispetto ad alcuni anni fa, la presenza di defibrillatori semiautomatici sul territorio «non è abbastanza e oltretutto scarseggia la cultura sull’utilizzo». Ne è certo Mirco Jurinovich presidente dell’associazione locale SessantaMilaViteDaSalvare AltoMilanese, realtà impegnata in attività di sensibilizzazione per cercare di implementare la rete salvavita «non solo nei luoghi pubblici, ma anche in quelli privati come nei condomini». Infatti, in caso di arresto cardiaco, anche i secondi sono vita e «risulta importante agire in fretta».
A tal proposito Jurinovich ha segnalato due casi entrambi accaduti intorno alle 7 della mattina di lunedì 17 gennaio. «Una donna di 54 anni è stata colpita da arresto cardiaco in casa sua a Legnano. Il suo cuore è tornato a battere quando i soccorritori sono arrivati sul posto ed hanno utilizzato il Dae. La donna è stata quindi trasportata in ospedale a Legnano in condizioni gravi ma stabili. Le prossime 48 ore saranno decisive per la conferma di una totale ripresa. Stessa scena all’Ospedale di Busto Arsizio dove, sempre questa mattina, il cuore di un 50enne ha smesso di battere, a ridargli velocemente il battito è stato il personale sanitario che ha utilizzato il defibrillatore». Due casi significativi per Jurinovich che da anni si batte per diffondere la cultura dell’emergenza. «Il più delle volte la qualità di vita dopo un arresto dipende dalla velocità d’intervento – sempre Jurinovich -. In caso di necessità, avere un apparecchio salvavita a portata di mano diventa essenziale».
Ma risulta altrettanto importante avere coscienza collettiva di questa possibilità. Lo scorso dicembre una donna di 74 anni è deceduta per arresto cardiaco fuori dalla chiesa San Giovanni a Legnano e a pochi metri c’era un Dae. «Un fatto che ci fa capire quanto ci sia ancora da fare in questo campo. Perchè manca proprio la cultura sull’utilità del defibrillatore. Ricordo poi che dopo anni di lotta il disegno di legge che estende a tutti la possibilità di utilizzo dei defibrillatori semi automatici è stata approvata anche se mancano ancora i decreti attuativi. In ogni caso dobbiamo continuare a diffondere la cultura del soccorso: salvare una vita in caso di arresto cardiaco è possibile».
Jurinovich ha, infine, segnalato l’applicazione Progetto Vita che permette a tutti di partecipare in modo attivo alla rete di mutuo soccorso per i casi di emergenza cardiologica. Utilizzando la app per chiamare il 118 si attiva anche la rete di soccorso: i volontari di Progetto Vita vicini al luogo dell’emergenza ricevono la richiesta tramite la app e possono correre in aiuto.
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