Covid-19: ricoveri stabili all’Ospedale di Legnano con 35 pazienti in reparto e 8 in terapia intensiva
Trend stabile per i posti letto occupati dai pazienti Covid all'Ospedale di Legnano nonostante l'aumento del numero dei degenti nel resto della Regione
Ricoveri Covid stabili all’Ospedale di Legnano. Mentre la Lombardia vede quotidianamente salire il numero complessivo dei degenti alle prese con il virus, l’ospedale di via Giovanni Paolo II nell’ultima settimana non ha registrato variazioni rilevanti nel numero dei posti letto occupati da pazienti colpiti dall’infezione da Sars-CoV2. Il trend dei ricoveri si è mantenuto in linea con la settimana precedente nonostante negli ultimi sette giorni per le nuove positività accertate negli undici comuni della zona ci sia stata una crescita, anche se decisamente più contenuta rispetto alle settimane precedenti: sono stati infatti 404 i nuovi casi di coronavirus nei comuni del Legnanese da lunedì 29 novembre a domenica 5 dicembre, il 6,88% in più rispetto alla settimana precedente, quando i nuovi positivi erano stati 378.
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LA SITUAZIONE ALL’OSPEDALE DI LEGNANO
Sono in tutto 43 i pazienti che ad oggi, martedì 6 dicembre, sono ricoverati all’Ospedale di Legnano per Covid-19, in linea con il numero di letti occupati da pazienti alle prese con l’infezione da Sars-CoV2 della scorsa settimana: lunedì 29 novembre, infatti, erano 44 i degenti in via Giovanni Paolo II.
I ricoverati in area non critica sono 35, mentre otto pazienti si trovano in terapia Intensiva. Anche la percentuale di occupazione della rianimazione è quindi rimasta stabile rispetto agli otto posti letto destinati a pazienti Covid di una settimana fa.
Va ricordato che quella con cui abbiamo a che fare oggi, nonostante le incognite legate alla nuova variante Omicron, è una situazione comunque diversa rispetto allo scorso anno, quando si chiudeva il mese più “nero” da inizio pandemia per il nostro territorio: ci sono i vaccini che offrono un buon livello di protezione contro le forme più gravi della malattia, la variante attualmente dominante è più contagiosa di quella che circolava 12 mesi fa e le restrizioni sono molte meno di quelle dello scorso novembre.
I RICOVERI IN LOMBARDIA
In Lombardia il 12,41% dei posti letto degli ospedali di area non critica, ovvero quelli dei reparti malattie infettive, medicina generale e pneumologia, a lunedì 6 dicembre risultava occupato da pazienti positivi al Covid, per un totale di 986 ricoveri: un incremento contenuto rispetto al 12,34% della scorsa settimana, frutto però di un aumento dei posti letto disponibili rispetto ad allora, dopo che nei giorni scorsi la Lombardia aveva toccato quota 14% nell’occupazione dei posti
Se guardiamo alle terapie intensive la percentuale di occupazione scende invece all’8,17%, con 125 ricoveri: la crescita in questo caso è più sensibile rispetto allo scorso lunedì, quando il tasso di occupazione era del 6,47%. Il quadro definito dai dati forniti dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali parla di un andamento in crescita ad una velocità superiore a quella nazionale per i reparti ordinari, dove la percentuale si attesta complessivamente al 9,87%, ma in linea per quanto riguarda le terapie intensive, dove considerando l’intero territorio italiano i ricoveri hanno raggiunto quota 8,19%.
L’ultimo dato disponibile rispetto agli accessi in pronto soccorso risale a domenica 5 dicembre e parla di un 4,91% di pazienti che si sono rivolti alle strutture ospedaliere per sospetta Covid-19 (422 su un totale di 8.602) ma di un numero totale di accessi comunque in linea con quelli rilevati nel 2018 e nel 2019, ovvero prima che iniziasse la corsa del virus. In base all’ultima ricognizione giornaliera dei posti letto effettuata dal Ministero della Salute, sul territorio regionale sono in tutto 7.945 i posti letto disponibili in area non critica (una settimana fa erano 6.616), mentre nelle terapie intensive sono 1.530.
Proprio il numero di ricoveri è fondamentale per gli eventuali giri di vite nelle restrizione contro il coronavirus: si resta in zona bianca con meno di 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti o, se i contagi settimanali rientrano nella forbice tra 50 e 150 ogni 100mila abitanti, con un tasso di occupazione delle terapie intensive non superiore al 10% o un tasso di occupazione dei reparti ospedalieri non superiore al 15%. Zona gialla, invece, con più di 150 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti ma un tasso di occupazione delle rianimazioni non superiore al 20% oppure un tasso di occupazione dei reparti ordinari non superiore al 30%: se entrambi i parametri vengono “sforati”, scatta la zona arancione. La zona rossa, invece, verrà attivata laddove l’incidenza settimanale dei contagi sia pari o superiore a 150 casi ogni 100mila abitanti e il tasso di occupazione dei posti letto superi il 40% nei reparti non di area critica e il 30% nelle terapie intensive.
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