Perchè vaccinarsi? Cinque scienziati hanno risposto alle domande dei cittadini
Quanto dura l carica anticorpale? Perchè ho avuto reazioni avverse? Hanno utilizzato embrioni umani per costruire i vaccini? È pericolosa la nuova variante? In diretta Facebook Regione Lombardia ha girato a 5 specialisti i principali dubbi dei cittadini
Fare la terza dose, vaccinare i bambini piccoli, credere nella scienza. Regione Lombardia ha coinvolto cinque medici degli ospedali lombardi per fugare dubbi e paure di chi ancora non si è immunizzato o rifiuta la terza dose. La situazione attuale nella nostra regione oggi è ancora buona ma il trend è in crescita. A preoccupare è la riduzione della copertura anticorpale evidenziata a distanza di 5/6 mesi di distanza e le varianti che si presentano ciclicamente.
Insieme a Guido Bertolaso hanno risposto, Sergio Abrignani, Andrea Gori, Alberto Mantovani, Marina Picca, Giuseppe Remuzzi.
Terza dose a chi ha fatto la malattia e due dosi. È necessaria?
Non esistono indicazioni precise dal Ministero su questi casi. Al momento, tutti i sanitari, che hanno raggiunto i sei mesi dalla seconda dos, hanno fatto il richiamo booster anche se avevano contratto la malattia nelle due ondate del 2020. Non ci sono indicazioni ma, nemmeno, controindicazioni.
La conta anticorpale è un esame che non può fugare i dubbi, perchè spesso non è la quantità ma la qualità degli anticorpi a fare la differenza. Al momento, non c’è certezza della durata della copertura anticorpale dato che non è mai avvenuto nella storia della medicina che un vaccino si sviluppasse in tempo di pandemia. Gli studi, quindi, stanno procedendo in parallelo alla pratica quotidiana. A mano a mano che emergono evidenze e novità si adottano le soluzioni migliori . In questo momento, quindi, non si conosce esattamente la durata della memoria anticorpale: ci si augura che la terza dose inneschi un processo di lunga durata. I dati statistici certi, però, dicono che dal 27 dicembre al 9 novembre le vaccinazioni hanno evitato in Lombardia 90.000 infezioni e 3700 morti.
Fare la terza dose se si è entrato in contatto stretto con un positivo
Dato che il contatto stretto prevede la quarantena e l’isolamento, non si può fare la terza dose. Il tempo di isolamento è commisurato al tempo in cui il virus si evidenzia al tampone : effettuare un test subito dopo la notizia del contatto non mette al riparo da una possibile insorgenza a 5/7 giorni.
Vaccini creati in tempi troppo veloci. Sono davvero sicuri?
Tutte le sperimentazioni eseguite per testare l’efficacia di un vaccino sono avvenute nei tempi previsti. C’è stata solo un’accelerazione delle fasi ma senza saltare alcuna delle fasi richieste. Per il vaccino Pfizer, per esempio, la terza fase è avvenuta somministrando il vaccino a una platea di 44.000 volontari in 15 giorni. Un’impresa da record che, in tempi diversi, avrebbe richiesto un lavoro di almeno 12/18 mesi. Nell’estate scorsa, l’autorità statunitense del farmaco ha promosso a pieno titolo il vaccino Pfizer che non è più sperimentale.
L’efficacia dei mix di vaccini
È stato evidenziato come la vaccinazione eterologa potenzi la copertura anticorpale. Questo perchè il sistema immunitario risponde al secondo vaccino non riconoscendolo come il primo e, quindi, avvia la produzione di ulteriori e diversi anticorpi che vanno a sommarsi a quelli prodotti con la prima dose. Per questo non serve chiedere un vaccino piuttosto che un altro: i due vaccini a mRNA sono assolutamente alternativi.
Reazioni avverse
Le reazioni avverse ai vaccini a mRNA sono avvenute ma solo in tempi assolutamente ravvicinati. Si sa che ci sono stati casi di pericardite, che si risolvono in poco tempo, o tachicardia. Non esiste evidenza che ci sia un legame stretto come una recrudescenza della malattia autoimmune: il caso è eccezionale. Invece, la comparsa dell’Herpes zoster è avvenuto soprattutto nei casi di sviluppo della malattia.
La variante Omicron
I primi dati certi arriveranno in una decina di giorni. A quanto si deduce oggi dalla situazione in Sud Africa, sembra che questa variante sia abbastanza contagiosa ma non inneschi una malattia molto grave. Il dubbio è quello che riguarda la tenuta della copertura vaccinale: con ben 32 mutazioni della proteina Spike c’è il timore che venga bucata. Le prime notizie assicurano che i vaccini evitino lo sviluppo delle forme più gravi della malattia. In ogni caso, la società che produce Moderna ha fatto sapere che nei primi mesi del 2022 sarà in grado di produrre un vaccino efficace per questo virus mutato. In attesa di notizie certe, è quindi raccomandato assumere qualsiasi misura di prevenzione ma senza farsi prendere dall’isteria.
I vaccini, in ogni caso, creano una protezione che va ad aumentare costantemente, con i richiami, innalzando una barriera sempre più efficace contro nuove mutazioni, come un albero che, crescendo, amplia e rafforza la sua chioma.
Vaccini nei bambini
La variante delta ha mostrato una maggiore aggressività anche nei confronti della popolazione più giovane. Rispetto agli adulti, i casi pediatrici sono limitati ma, a livello nazionale, si contano, da inizio pandemia, 25.000 casi covid tra i bambini, con con 1400 ricoveri di cui 37 in terapia intensiva e 9 decessi. Ci sono, poi, complicanze come la sindrome infiammatoria multisistemica segnalata in 239 casi mentre nulla si sa del long covid. Poi c’è tutto il tema della socialità e della vita relazionale messa a dura prova dalla pandemia.
La campagna vaccinale dedicata alla fascia 5-11 anni inizierà dopo il 20 dicembre e Regione Lombardia sta organizzando dei centri vaccinali pediatrici che saranno attraenti per non spaventare i più piccoli.
Perchè altri paesi europei sconsigliano lue vaccinazioni tra i minori?
L’Italia ha seguito i risultati scientifici confidando nelle evidenze approvate dalle autorità scientifiche e pediatriche sia statunitensi sia italiane. In altri stati, come la Gran Bretagna, si è scelto un altro approccio, tranne rivedere le proprie direttive negli ultimi giorni: anche la Gran Bretagna ha cambiato idea sulle vaccinazioni ai più piccoli
Nella creazione dei vaccini sono stati utilizzati embrioni di feti abortiti?
In tutti i laboratori farmaceutici, per testare la reattività di un vaccino sulla cellula umana, si utilizzano cellule estratte da un rene embrionale umano e modificate geneticamente in modo tale da ottenere delle cellule capaci di replicarsi indefinitamente. Le cellule derivano dai tessuti donati alla ricerca da due donne che negli anni Sessanta si erano sottoposte ad un’interruzione volontaria della gravidanza. Quando è necessario utilizzarle vengono messe in coltura a condizioni di temperatura, umidità e nutrienti controllati; quando poi non vengono più utilizzate, si conservano a temperatura estremamente bassa, mantenendosi vitali ma dormienti per anni.
Ci sono tre linee utilizzate di cui la gran parte utilizza embrioni degli anni ’70. Poi c’è una linea di un embrione abortito negli anni ’60 e uno negli anni ’80.
La terza dose salverà il Natale?
La dose booster ci proteggerà anche dal contagio ( 95% dei casi) e ci metterà al riparo da un Natale in isolamento se continueremo a indossare la mascherina.
Come cambio la data della terza dose?
La campagna delle terze dosi ha colto la Lombardia impreparata. Da un giorno con l’altro, le decisioni Ministeriali hanno ampliato la platea degli aventi diritto da 1,6 milioni di persone a 5 milioni. In questi giorni, la squadra di Guido bertolaso sta lavorando per aumentare la capacità dei centri attivi, aprendone di nuovi. Dopo l’8 dicembre, ci sarà una capacità quotidiana di 100.000 dosi, una capacità superiore all’andamento medio della fase dell’estate scorsa quando la Lombardia viaggiava a 85.000 vaccini die per disposizione della struttura commissariale. Oggi, con ampia disponibilità di vaccini., si lavorerà per conlcudere prima possibile la terza fase così da garantire alla Lombardia un inverno tranquillo.
L’augurio dei 5 specialisti, comunque, è che dall’organizzazione vaccinale attuale non si torni indietro pèer garantire anche in futuro i richiami che si renderanno, eventualmente, necessari.
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