Con il prof. Stefano Rusconi torna il sogno di un “Policlinico universitario” a Legnano
Il progetto della nuova guida del reparto di Infettivologia di Legnano è quello di convenzionare l'Asst Ovest Milanese con la Statale di Milano
Con il professor Stefano Rusconi, attuale guida del reparto di Infettivologia dell’Asst Ovest Milanese, l’Ospedale di Legnano potrebbe finalmente realizzare il sogno di diventare un “Policlinico universitario”. Il primario è arrivato lo scorso febbraio e ha preso il posto del dottor Paolo Viganò, andato in pensione nello scorso mese di gennaio.
Il medico ricercatore, cha ha preso parte allo studio per isolare il ceppo italiano del virus Sars-Cov2, ha quindi “salutato” l’ospedale Sacco di Milano, dove lavorava da 27 anni, e ha messo in stand by il suo ruolo di professore associato di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano. Ed è proprio questa cattedra che potrebbe rappresentare la “chiave” per poter finalmente concretizzare un progetto ambizioso, ma del tutto fattibile: convenzionare l’Asst Ovest Milanese con la Statale di Milano. «È mia intenzione dare una mano nel realizzare questo “sogno” nato, ormai, da diversi anni – spiega Rusconi -. Fare ricerca e svolgere attività di diagnosi è possibile. Oltretutto accogliamo già in corsia tirocinanti universitari. Diventare un ospedale universitario sarebbe una naturale evoluzione di questa eccellenza».
Il medico, con origini rhodensi, ha iniziato a lavorare al Sacco di Milano il primo febbraio del 1994 e da allora ha partecipato a diverse attività di ricerca. Ha inoltre aderito a “Medici con l’Africa Cuamm”, Ong sanitaria italiana con la quale ha collaborato intensamente. Una realtà importante che il prof. Rusconi intende promuovere anche a Legnano.
«Al Sacco di Milano ho lasciato un pezzo di cuore – racconta – . Dopo 27 anni. posso dire che ho “salutato” un luogo che era per me una casa. Lì ho svolto una intensa attività di laboratorio e di ricerca clinica che comprendeva anche studi clinici randomizzati, trial terapeutici, test antivirali e strategie innovative anche nella cura dell’HIV. Questa è la prima volta che mi trovo a dover coordinare un reparto: sarà un’importante e significativa avventura. Qui a Legnano ho trovato un ambiente ricco, stimolante, in crescita. L’entusiasmo di questa realtà ha portato a studiare diverse iniziative che guardano anche verso il territorio e le scuole».
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