Un nuovo piano per la “Cittadella della Fragilità” nell’ex Ospedale di Legnano
La commissione Sanità si è riunita per discutere l'aggiornamento del protocollo d'intesa relativo alla "Cittadella della Fragilità" tra Comune, ATS e ASST
Integrare la sanità con il territorio, rispettando le nuove esigenze fortemente evidenziate durante la pandemia. Con questo obiettivo la Commissione Sanità di Legnano riunitasi oggi, 28 gennaio, intende portare proposte per aggiornare il protocollo d’intesa stipulato nel 2015 tra il Comune e l’Asst Ovest Milanese e l’Ats Milanese per la “Cittadella della Fragilità” nell’ex ospedale di Legnano che conterrà realtà come il Presst e il Pot.
Un progetto, legato alla Riforma Sanità, che sino ad oggi ha faticato a prendere l’avvio. «Abbiamo un’occasione d’oro – afferma il presidente della commissione Franco Colombo -. Abbiamo la possibilità di realizzare un progetto di servizi integrati. Il nostro compito è quello di dare precisi indirizzi alle richieste che arrivano. La medicina di famiglia con strutture aggiuntive potrebbe diventare il fiore all’occhiello del territorio».
La pandemia ha evidenziato quali siano i nuovi bisogni e le esigenze della comunità. Tra queste, la necessità di trovare uno spazio per la degenze di comunità. «La possibilità di avere una struttura dedicata ai pazienti sub acuti, post acuti e intermedi permetterebbe ai medici di Medicina Generale di poter intervenire e alleggerire il carico ospedaliero – precisa il dott. Colombo -. Ma al momento non c’è alcun disegno da parte della Regione».
La parola chiave secondo il vice sindaco, Anna Pavan, è «integrazione tra i diversi servizi. A questo si aggiunge la necessità di dover potenziare sul territorio delle prestazioni ad alta frequenza. Rivedere il ruolo della medicina di famiglia e capire come dare risposte alle nuove fragilità». La speranza è quella di realizzare un luogo dove la persona possa trovare un unica interfaccia con cui confrontarsi per seguire i percorsi di cura e assistenza. La situazione dei servizi socio sanitari e assistenziali è considerevolmente mutata nel corso degli ultimi sei anni –ha spiegato Pavan – . Dopo aver già avuto contatti con gli altri attori del protocollo, avvieremo un tavolo di lavoro per verificare le reali necessità della cittadinanza dell’intero distretto del Legnanese in merito ai nuovi bisogni espressi dal territorio: la maggior integrazione tra servizi diversi, il potenziamento delle prestazioni ad alta frequenza, la medicina di famiglia, le nuove fragilità e il carattere multiculturale assunto dalle nostre comunità. Il nostro obiettivo resta quello di realizzare nel vecchio ospedale l’integrazione dei servizi che riguardano la persona, con particolare riguardo ai cronici, agli anziani e ai disabili».
In questi anni nell’ex Ospedale sono stati attivati diversi servizi legati all’Asst e anche all’Ats sia nella palazzina ex Malattie Infettive che in parte nella palazzina materno infantile. Recentemente è stata riattivata l’ex portineria dove i cittadini possono trovare il Centro Territoriale Covid-19 e la sede della guardia medica. «Al Comune è stato concesso in comodato d’uso l’ex casa di cura, ossia la palazzina numero 13, pari a 1640 mq- spiega l’assessore all’Urbanistica, Lorena Fedeli -. Qui dovremo individuare quali servizi potranno prendere posto. Sono comunque tante le partite da definire con gli altri soggetti coinvolti».
Come ricorda Pavan fra i cambiamenti di rilievo intervenuti nel sistema sociale sono da ricordare la nascita del Piano di Zona Altomilanese, risultato dell’aggregazione di Legnanese e Castanese; «l’istituzione di Azienda So.LE, che si occupa di erogare alcuni servizi prima gestiti direttamente dai Comuni e che gestisce fondi nazionali e regionali assegnati al Piano di Zona; l’implementazione progressiva dell’housing sociale. Il tavolo di lavoro servirà per stabilire cosa ospiterà il vecchio ospedale dove, nel frattempo, sono già stati avviati interventi di recupero di alcuni stabili. L’obiettivo che in passato era stato identificato con il nome di “Cittadella della Fragilità”, all’interno del Comparto 1, rimane; per realizzarsi però va declinato alla luce di cambiamenti sostanziali che dobbiamo tenere in debita considerazione».
Recentemente, la giunta Radice ha incontrato il presidente di Ats per capire quale sarà l’assetto sul territorio e, inoltre, è stato chiesto che sia convocata una conferenza dei sindaci e una conferenza distrettuale per segnalare l’esigenza di un coinvolgimento nelle nuove riforme sanitarie che si intendono effettuare a livello regionale.
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