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Torna il silenzio alla Rsa Accorsi e i parenti insorgono: «Vogliamo trasparenza»

Il comitato ha scritto una lettera alla RSA. Il documento è stato inviato in copia alla Polizia Locale, al Comune e all'Ats di Milano 

Rsa Accorsi Legnano

«Il silenzio è di nuovo calato sull’Accorsi di Legnano: la struttura non comunica più con l’esterno». A segnalarlo è il comitato costituito dai famigliari degli ospiti della RSA nel periodo del lockdown che piano piano stanno trasferendo i loro parenti in altre strutture: «Ormai si è rotto il rapporto di fiducia». E proprio per la mancata trasparenza il comitato “parenti della Rsa Accorsi” ha deciso di scrivere una nuova lettera alla direzione della RSA. Il documento con il quale i famigliari chiedono chiarimenti è stato inviato in copia alla Polizia Locale di Legnano, al Comune e all’Ats di Milano.

L’obiettivo è ottenere un confronto con il gestore della struttura che «non risponde alle nostre ripetute richieste». Secondo i famigliari, fino al 30 maggio, ultimo giorno della presenza della Protezione Civile, «sembrava che tutto si avviasse verso un percorso di collaborazione e di cambiamento. Poi, lentamente, tutto è cambiato, tornando ad atteggiamenti di chiusura nei confronti di noi parenti».

La situazione, secondo il comitato, è precipitata: «Da 4 mesi stiamo lottando per migliorare la situazione nella Rsa Accorsi di Legnano, criticità presentatesi non solo a causa della pandemia. Da quanto ci risulta, tra gli ospiti deceduti, ospedalizzati e trasferiti, il numero delle persone ricoverate all’Accorsi è sceso da 100 a circa 40».

Nella lettera vengono chieste delucidazioni in merito ad alcuni punti: «Prima di tutto sembra che da una decina di giorni mancherebbe l’acqua calda, non sappiamo se in tutta la struttura o in solo alcuni reparti. Alcuni parenti hanno notato che gli ospiti indossano vestiti invernali. Come già accaduto in precedenza, altri famigliari hanno rilevato che i loro cari portano vestiti di qualcun altro. Sono stati, inoltre, segnalati problemi ai sollevatori. E, ci chiediamo per quale motivo gli ospiti non possano stare all’aria aperta. Infine, ci chiediamo se gli organici siano pienamente rientrati nei parametri di accreditamento al Sistema Sanitario».

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Pubblicato il 06 Agosto 2020
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