La carica virale, attualmente, risulta minima tra i pazienti guariti: su 280 persone clinicamente guarite, prese in esame, solo il 3% è risultato minimamente infettivo. Ciò significa che il virus Sars-Cov2 è meno potente rispetto all’inizio della pandemia. Secondo gli specialisti, i nuovi casi di contagio, oltre a dover essere «classificati in base alla loro carica virale»  sono rappresentati per la maggior parte da persone in quarantena o sottoposte a test virologico.

È quanto emerso oggi, lunedì 22 giugno, durante la presentazione dello studio italiano, coordinato dall’Irccs San Matteo di Pavia.  Una ricerca che può avere importanti implicazioni per le strategie di sanità pubblica sia italiane che internazionali, illustrata dal presidente della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Pavia, Alessandro Venturi e dal responsabile del Laboratorio Virologia Molecolare IRCCS Policlinico San Matteo Pavia Fausto Baldanti.

Con loro anche Giuseppe Remuzzi dell’IRCCS Istituto Mario Negri che ha precisato: «Si può dire che attualmente la malattia non c’è più, e coloro che attualmente risultano positivi hanno una carica virale così bassa da non esser più contagiosi». La mascherina e il distanziamento sociale, però, devono rimanere regole fondamentali: il virus Sars-Cov2, infatti, non è ancora scomparso.

Covid, per certificare la negatività non occorre più il doppio tampone