Covid-19: le cure palliative per alleviare dolore e solitudine
In occasione della XIX Giornata del Sollievo l'Asst Ovest Milanese ha presentato le “best practices” messe in campo dalle Cure Palliative.
Gli aspetti psicologici e sociali sono importanti per le cure palliative, risultate fondamentali anche durante la “battaglia” contro il Covid-19. Lo sa bene la dr.ss Claudia Castiglioni, direttore UOC Hospice e Cure Palliative ASST Ovest Milanese, che, in occasione della XIX Giornata del Sollievo (31 maggio), ha raccontato le “best practices” messe in campo in questo periodo di emergenza. Un bilancio ricco di emotività che porta spunti per il futuro dell’assistenza a domicilio, quello presentato insieme alla dr.ssa Gabriella Monolo, direttore socio-sanitario dell’ASST Ovest Milanese e alla dr.ssa Clarissa Florian direttore scientifico dell’Hospice di Abbiategrasso.
L’Hospice dell’Asst Ovest Milanese in questi mesi ha lavorato in collaborazione con la cooperativa “In Cammino”, onlus che gestisce i servizi socio-sanitari dell’Hospice di Abbiategrasso. Queste realtà sono state in particolar modo coinvolte nell’Ospedale di Magenta, i cui reparti Covid sono appena stati chiusi per permettere di tornare alla normalità, con l’Ospedale di Legnano che rimane l’unico punto di riferimento per i malati di coronavirus del territorio.
In questi mesi le strutture ospedaliere hanno subito un progressivo cambiamento e tra le realtà che si sono dovute riorganizzare, oltre ai reparti di Medicina e Terapia Intensiva, c’è per l’appunto l’Hospice, luogo in cui la presenza di famigliari e amici è parte integrante del processo di cura e dove l’accompagnamento del proprio caro in caso di fine vita assume un’importanza fondamentale. Come ha spiegato la dr.ssa Castiglioni, lo «tsunami Covid-19» è stato così improvviso e prepotente che in 24 ore è stato «registrato un implemento dei ricoveri pari al 25% per poi arrivare al 70% nell’arco di 48 ore. Un’impennata alla quale non avevamo mai assistito».
Soltanto nell’Ospedale di Magenta sono stati ricoverati 412 pazienti, 96 dei quali sono deceduti. In questo contesto il reparto di Cure Palliative ha effettuato 236 consulenze per 105 malati, di cui il 68% affetti da Covid-19. Complessivamente, come aveva accennato in un intervista il prof. Antonino Mazzone, direttore dell’Area Medica, nelle Medicine (semi-intensiva respiratoria) di Legnano e Magenta, sono stati accolti 1081 pazienti Covid.
«Come palliativisti abbiamo voluto essere in prima linea con medici e infermieri, visto che da tempo ci siamo “specializzati” anche per la dispnea, ovvero la “fame d’aria”. L’obiettivo è garantire ai malati gravi un miglior controllo di questi sintomi, oltre che un alto livello farmacologico e nei casi estremi una morte dignitosa» Florian era all’interno dei cinque reparti Covid, ma nonostante la sua preparazione la pandemia l’ha segnata nell’animo: «Non è stato affatto facile». I palliativisti non hanno soltanto affrontato l’aspetto del dolore, ma anche quello relazionale: sono riusciti con tatto ad entrare nell’intimità famigliare di ogni malato e a volte hanno anche rassicurato i parenti impauriti dalla gestione del malato a domicilio. Dove la distanza non permetteva il contatto fisico, la tecnologia ha portato sollievo: in totale sono state effettuate 364 videochiamate e «in alcuni gravi casi, proprio in video è stato dato l’ultimo saluto ai parenti». Oggi che non ci sono più pazienti Covid e i reparti sono stati sanificati, per Florian «rimane l’assistenza a domicilio» dei 64 pazienti rimasti a carico e i suoi sviluppi futuri.
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