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Stili di vita scorretti: tumore al seno in aumento

I consigli della oncologa dr.ssa Ferzi... AMCLI: la prevenzione, una alleata per la salute della donna

Il tumore al seno è in continua crescita anche tra le donne legnanesi. Nel 2015, l'Ospedale di Legnano sono state operate almeno 150 nuovi casi di tumori alla mammella e per il medico oncologo Antonella Ferzi (nella foto), «sono dati destinati ad aumentare progressivamente, a causa dello scorretto stile di vita. Numeri in linea, comunque, con quelli nazionali».

Secondo una prima previsione, saranno sempre di più le giovani donne colpite da questa patologia. «I tumori più frequenti sono alla mammella, alla prostata e al colon – spiega la dottoressa Ferzi -. L'età di maggior incidenza è tra i 45-65 anni, ma purtroppo il target è destinato a scendere: aumenterà il numero di giovani donne colpite da questo brutto male. Il problema fondamentale è la scarsa conoscenza di ciò che costituisce un corretto stile di vita».

Nelle cucine legnanesi ci sono troppi zuccheri raffinati e carboidrati semplici come pasta e focacce (alimenti contenenti farina bianca 00) che fanno aumentare l'indice glicemico. Una dieta ricca in alimenti ad alto indice glicemico è associata a un aumento del rischio di numerose forme di cancro in particolare quello mammario: «L'insulina infatti regola diversi aspetti del funzionamento del nostro organismo, da qui la chiave nella relazione tra cibo e cancro – racconta la dottoressa –. L'insulina favorisce infatti la secrezione di IGF-1, un fattore che promuove la crescita di tutte le cellulare comprese quelle tumoralie. Nella dieta vanno eliminati gli alimenti con zucchero raffinato e quelli con carboidrati semplici. La proposta importante è mangiare verdure a volontà oltre che cereali e legumi integrali».

Resta sempre e comunque fondamentale la prevenzione. «L’invito che rivolgo a tutte le donne è avere fiducia nella sanità – spiega ancora il medico -. Un cibo salutare ci permette di ridurre il rischio di recidive. Ritengo che l'ospedale di Legnano sia una buona struttura: il paziente è curato a 360 gradi da tutti i reparti interessati. Non è sottovalutato neppure l'aspetto psicologico. Inoltre, una donna che ha subito un intervento è seguita per 5 anni durante la fase del follow-up oncologico».

Le giovani donne non a rischio devono rivolgersi al medico nel caso percepiscano un nodulo. L’offerta di screening in Italia va dai 50 ai 69 anni con la mammografia ogni 2 anni.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Marzo 2016
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