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Cambia la sanità: futuro a rischio per la cittadella della sussidiarietà?

A spiegare la "non - riforma" regionale, i consiglieri PD Borghetti e Valmaggi ...

Addio ASL, aziende ospedaliere e ticket per redditi inferiori ai 30mila euro lordi annui. Al loro posto avremo ATS (Agenzie di Tutela della Salute), ASST (Aziende Socio – Sanitarie Territoriali) e ticket rimodulati per fasce di reddito, mantenendo il massimo a 66 euro. Questo è il succo della nuova legge sulla sanità lombarda, una «non riforma che di fatto non fa altro che cambiare nomi ad enti già esistenti» come bollata dai consiglieri regionali del Partito Democratico Sara Valmaggi e Carlo Borghetti.

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I due esponenti del PD regionale hanno esposto ieri sera (giovedì 29), con slides in stile Renzi, contenuti e criticità della nuova legge. Approvata il 5 agosto, la nuova legge ha incorporato 7 dei 10 punti migliorativi proposti da Partito Democratico, Lista Ambrosoli e Movimento 5 Stelle. Tra questi la rimodulazione dei ticket, premi per gli ospedali che curano meglio, comitati di controllo indipendenti e  possibilità di prenotare visite ed esami online.

«Quella proposta e approvata dalla maggiornaza è una riorganizzazione, non una riforma – ha commentato Sara Valmaggi -. Come minoranza abbiamo cercato di migliorare il più possibile il disegno di legge ma le criticità rimangono numerose». A scatenare i dubbi dei consiglieri dem, infatti, ci sono tanti punti. La riforma, secondo il Partito Democratico, si sarebbe concentrata solamente sulla governance sanitaria, non avrebbe approfondito gli indirizzi di sviluppo delle ex aziende ospedaliere e non avrebbe riservato un ruolo adeguato agli enti locali. A sommarsi a tutte queste problematiche, poi, il quadruplicarsi delle agenzie centrali. «Il cambiamento non ci spaventa – hanno affermato Valmaggi e Borghetti -, ma questa legge rischia di portare più confusione che benefici».

E l'incertezza regna anche a Legnano. Cosa ne sarà del progetto della cittadella della sussidiarietà ora che le ASL non esisteranno più? Dopo un anno e mezzo di trattative, Comune, Regione e ASL erano giunti alla stesura di un protocollo che prevedeva l'investimento regionale di 4 milioni di euro per la riqualificazione del vecchio ospedale. Tutto pronto, ma i lavori non sembrano partire. «Il protocollo è un accordo tra istituzioni, quindi, dovrebbe continuare ad essere valido – ha rassicurato Borghetti -. Probabilmente non ci sarà continuità nei direttori e il cambio degli interlocutori potrebbe rappresentare un punto di domanda per il protocollo». Ad ogni modo, come sottolineato da Valmaggi, il progetto di Legnano dovrebbe essere in linea con i principi ispiratori della legge sulla sanità lombarda per l'implementazione delle cure. «Comunque vada – hanno garantito all'assessore Gian Piero Colombo, Valmaggi e Borghetti -, troverete in noi alleati per bussare alle porte di Regione Lombardia».

All'incontro al palazzo Leone da Perego, promosso dal PD legnansese, sono intervenuti anche Enrico Cozzi, sindaco di Nerviano e segretario PD Alto Milanese, Piera Landoni, vice sindaco e responsabile welfare metrpolitano PD, Rosa Romano, parte della presidenza Auser Lombardia e Giampiero Camatta, responsabile Spi-Cgil Ticino Olona.

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Pubblicato il 31 Ottobre 2015
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