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La “Telemedicina” applicata ai malati di diabete

Presentato il bilancio della sperimentazione avviata all'Ospedale di Legnano e al Niguarda...

Facilitare i pazienti affetti dal diabete mellito di tipo 1 attraverso la telemedicina. Una sperimentazione riuscita negli ospedali di Legnano e di Niguarda a Milano.

Presentato al nosocmio legnanese un primo bilancio del progetto che ha visto il coinvolgimento di 60 pazienti i cui dati verranno confrontati con altrettanti pazienti seguiti ambulatorialmente.

A illustrare i dati Carla Dotti direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Legnano con Antonino Mazzone capodipartimento di Area Medica, Ilario Stefani medico internista e diabetologo. Presenti Federico Bertuzzi medico diabetologo del dipartimentale di Diabetologia dell'Ospedale Niguarda Ca' Granda, Nicola Zeni presidente Fondazione Italiana Diabete Onlus.

Il diabete mellito è una patologia cronica in progressivo aumento in tutto il mondo, così come i costi per la sua gestione.  «Quest'emergenza ha rappresentato la sfida per la ricerca di nuove forme di gestione della patologia che, tra l'altro, possano rappresentare un modello anche per altre patologie croniche – afferma la dr.ssa Dotti -. Nella nostra regione, ad esempio, si sta promuovendo il passaggio dalla cura al prendersi cura del paziente, che prevede cioè l'accompagnamento della persona e la valutazione delle necessità del singolo cittadino e dell’ambiente familiare in cui vive e invecchia. Il fine è quello di favorire la gestione delle cure integrandosi nel territorio in prossimità al malato».

L'iniziativa è promossa dalla Fondazione Italiana Diabete che, grazie anche a un finanziamento ottenuto da Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, ha creato un servizio di tele- consulenza e tele-educazione per bambini e giovani affetti da diabete mellito di tipo 1. Il progetto, nato come studio clinico e approvato da parte del comitato etico, potrebbe in futuro diventare  un servizio clinico aperto a tutti con un maggior coinvolgimento del medico di medicina generale.

«Dai primi dati raccolti si è registrato un elevato grado di soddisfazione – spiega il prof. Mazzone -. Un miglioramento della qualità di vita, con un miglioramento del loro controllo glicemico. Ad oggi sono quasi 60 pazienti seguiti in telemedicina.  Il 70% di loro abita nell’area a nord di Milano e nel capoluogo lombardo; il 30% vive in altre regioni e al di fuori dell’Italia. La loro età è compresa dai 6 ai 45 anni. Tra questi ci sono alcuni giovani che per motivi di lavoro si trovano per un periodo di tempo all'estero. Infatti due vivono in Inghilterra, uno negli Stati Uniti: la telemedicina permette loro il mantenimento di una continuità delle cure».

Al paziente, dopo una visita ambulatoriale iniziale, viene data la possibilità di accedere ad un sito web dove si possono scaricare documenti educativi sull'alimentazione e autogestione della terapia. Inoltre i diabetici possono prenotare le tele-consulenze diabetologiche, dietologiche o psicologiche che vengono eseguite via Skype. Il malato invia per via telematica allo specialista copia degli esami eseguiti o dei valori della glicemia che vengono discussi in tele- consulenza. Al termine riceve per posta elettronica una lettera dello specialista con le indicazioni cliniche.

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Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Ottobre 2015
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