SCHUMACHER: LA CAUTELA DEL PROF. LOCATELLI
Il primario legnanese si limita a "tradurre" le informazioni rilasciate dai sanitari che hanno in cura il pilota, ma una cosa è certa: più passano i giorni più il rischio di morte si allontana...

A livello internazionale è sicuramente uno dei maggior esperti e per questo il primario del reparto di Neurochirurgia dell'ospedale di Legnano Davide Locatelli, in questi giorni, è spesso interpellato dalla stampa interessata a conoscere il suo parere sullo stato di salute di Michael Schumacher, dopo il noto incidente sciistisco avvenuto domenica 29 dicembre.
Così, ancora una volta il medico ha parlato ai microfoni di "Radio 24 ore" (qui un nostro precedente servizio) mostrandosi decisamente prudente nel dare un giudizio e ha illustrato, con la riconosciuta professionalità, soltanto le possibili ragioni delle operazioni a cui il famoso campione della Ferrari è stato sottoposto. Con la stessa disponibilità dimostrata verso la stampa nazionale, il prof. Locatelli si concede anche al nostro taccuino.
«Sono stato chiamato come specialista per spiegare, o meglio "tradurre", agli ascoltatori le informazioni rilasciate dai medici sulla situazione di Schumacher – ha spiegato il primario -. L'incidente ha provocato uno scuotimento dell'encefalo: il caschetto di Michael si è spaccato in due, riuscendo però ad assorbire parte del colpo. I medici hanno provveduto ad aprire la scatola cranica per evitare la compressione cerebrale dovuta al trauma, il secondo intervento è stato effettuato per evacuare una raccolta di sangue che anch'esso provocava una compressione e, quindi, un'insufficienza d'ossigeno».
Sono passati 6 giorni dalla fatale caduta del 7 volte campione del mondo e secondo il dr. Locatelli, il momento peggiore è passato: «Una cosa è certa: più passano i giorni più il rischio di morte si allontana, soprattutto tenendo conto della giovane età e dell'ottima forma fisica del soggetto. Le possibilità di ripresa dipendono molto dall'esito prodotto dai primi esami post-operatori: solo attraverso una risonanza, quindi, è possibile capire qual è l'area del cervello traumatizzata».
Mentre circola la voce di un possibile e prossimo trasferimento di Schumi e procede l'inchiesta per ricostruire la dinamica dell'incidente, il prof. Locatelli afferma: «I casi come quello di Michael Schumacher sono relativamente frequenti per un neurochirurgo perciò, oltre al fatto che non ho informazioni specifiche, non posso sbilanciarmi più di tanto nel dire quali siano i tempi di ripresa e i possibili danni che dipendono appunto dalle aree in cui è stato lesionato il cervello».
gea somazzi
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