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Violenza giovanile, questi ragazzi hanno un cuore e una mente per distinguere il bene dal male?

Una riflessione del dott. Francesco Fisichella, psicologo psicoterapeuta, dopo i diversi casi di risse e aggressioni in città con protagonisti giovani minorenni

rissa laveno

Di fronte a fatti come quelli successi al luna park e alla fontana in largo Tosi vieneda chiedersi: questi ragazzi dispongono ancora di una psiche capace di riflettere, capire, di avere autoconsapevolezza dei loro impulsi e trattenersi dai gesti o atti (violenti)? Dispongono di una mente e un cuore che consente loro di mettersi in contatto con emozioni, sentimenti, empatia, compassione, dolore e di rendersi conto della differenza tra bene emale? (foto di repertorio)

Probabilmente no. Siamo, come dice il filosofo Umberto Galimberti “nel deserto della vita emotiva, dove il«gesto», soprattutto quello violento, prende il posto di tutte le parole che questi ragazzi non hanno scambiato né con gli altri, né con sé stessi perché non le conoscono. Senza cultura emotiva ed empatica si torna ad un livello primitivo dove il comportamento è una manifestazione pulsionale acefala, priva della qualsiasi minima risonanza rispetto alle azioni che si compiono o agli eventi a cui si assiste. Non è forse quello che accade quando di fronte ad atti violenti addirittura viene ripreso quello che sta accadendo con il cellulare senza la minima empatia per la vittima?

Allarghiamo il ragionamento.

Se non c’è consapevolezza e non c’è riconoscimento tra bene e male perché non lo si “percepisce“ il rischio è che un ragazzo non capisce la differenza che c’è tra corteggiare una ragazza o violentarla, tra discutere con il professore e prenderlo a calci o continuare a riempire di botte un coetaneo: non c’è la percezione dell’altro come simile, una persona come te.

C’è da domandarsi come e perché si è arrivati a questo punto.

Sicuramente siamo in un’epoca dove i ragazzi già in età preadolescenziale sono esposti in modo massiccio ai nuovi media: video e immagini suoi social senza alcun filtro, videogame che incitano alla violenza, all’ emulazione e a comportamenti pericolosi senza nessuna conseguenza per le azioni agite. Troppi stimoli in una mente che ancora non è matura per gestire tali quantità di informazioni che hanno un impatto emotivo molto forte.

Poi c’è il discorso educativo e di crescita:

  • Contesto familiare: modelli genitoriali inadeguati, assenza di regole, negligenza, violenza subita o assistita ecc.
  • Appartenenza a gruppi amicali devianti o antisociali
  • Abbandono e dispersione scolastica
  • Contesto extrascolastico e sociale che non offre alternative valide per riportare i ragazzi ad attività che possano dare un senso e una prospettiva sana e stimolante alla propria vita.

Come si vede i fattori sono molteplici e tutti importanti, non ultimo quello di pensare per i ragazzi ad un percorso di rieducazione sociale e di cultura emotiva affinché possano ritrovare un equilibrio psicologico, emotivo e comportamentale necessari per essere un domani adulti e cittadini “normali” con un senso civico e con dei valori sani che permettano la convivenza reciproca e pacifica nella propria città e nel mondo in generale.

Dott. Francesco Fisichella – Psicologo psicoterapeuta-  www.francescofisichella.com

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Pubblicato il 18 Ottobre 2023
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