Coppie in crisi di mezza età
Arriva per ogni persona il momento in cui fare i conti con la propria vita...

Arriva per ogni persona il momento in cui fare i conti con la propria vita, fare il resoconto di quello che si è fatto, nel bene e nel male, di quello che si ha preso e di quello che si ha perso.
Tale momento di revisione è stato tradizionalmente considerato fenomeno perlopiù maschile, che si verificherebbe dopo i quarant’anni e prima dei cinquanta.
Non è proprio di questo che vorrei parlarvi.
Perché anche una coppia può vivere una “crisi di mezza età”, benché i limiti temporali siano molto più sfumati.
Essa può verificarsi nel momento in cui si è esaurita la spinta garantita dalla fase propositiva della coppia, ovvero quella che ha concorso alla sua costruzione (l’incontro, lo stabilizzarsi come coppia , etc.), al suo consolidamento (la vita insieme, il matrimonio), alla nascita e alla crescita dei figli, il consolidamento della posizione professionale.
Infatti gli obiettivi di quella fase propositiva iniziale possono garantire di per sé coesione ai partner, al di la di grosse differenze individuali.
Nella fase intermedia ci si potrebbe confrontare con un improvviso vuoto di identità della coppia, che può stentare a trovare un nuovo obiettivo unificante.
Spesso non si è più disponibili a subordinare la realizzazione personale a quella della famiglia.
Anzi a volte si fa sentire il peso di tutte quelle ambizioni individuali ormai perdute e non è raro proiettare la colpa della loro mancata realizzazione alla vita matrimoniale prima e familiare poi.
Tutto ciò si manifesta nei partner in modi disparati.
Può prendere la forma di una crisi professionale. Non è infrequente che in questo periodo uno dei due possa decidere improvvisamente di cambiare lavoro, destando le comprensibili perplessità del partner, ma tali scelte difficilmente sono soggette a contrattazione.
A volte può prendere la forma di una, più o meno improvvisa, insoddisfazione e preoccupazione estetica, ovvero sul modo in cui è vissuto il proprio corpo, che cambia.
Tale preoccupazione è vissuta su sé stessi, ma spesso anche sul partner.
In altre circostanze riprendono, da parte di uno dei due partner, le frequentazioni di amici, talvolta trascurati negli anni precedenti, e tale circostanza può essere vissuta in modo conflittuale all’interno della coppia, come se fosse segno di maggiore o minore impegno nella famiglia.
Alcune volte prende la forma di una relazione extraconiugale, che, per chi la vive, può avere un iniziale effetto rivitalizzante che frequentemente si spegne lasciando spazio alla delusione.
Spesso prende altre forme, tutte, però, convergono nell’esigenza di nuovi obiettivi perlo più individuali.
Che i partner possano cercare una nuova forma di realizzazione personale non è di per sé un problema.
Perché ciò accada devono però mutare (fino a un certo livello) le regole che hanno governato il funzionamento del matrimonio fino ad oggi, i confini della coppia devono essere più permeabili, ma soprattutto gli spazi individuali non devono in qualche modo minacciare la vita della coppia stessa.
Infatti ogni coppia definisce, al suo interno, tutto quanto è permesso e tutto quanto è proibito.
Queste norme, implicitamente o esplicitamente fissate dai partner, formano la spina dorsale costituente dell’unione e non possono venire minacciate.
Sarebbe come dire che il tuo spazio ti è concesso, finché ciò non danneggia me e la famiglia. E qui entra in gioco l’enorme variabilità, per cui non si può stabilire a priori cosa sia permesso e cosa non lo sia.
Per esempio in alcuni casi un già citato cambio drastico di lavoro, come lasciare il sicuro tempo indeterminato per aprire un’attività in proprio che si ha sempre sognato, può essere possibile in alcuni nuclei familiari e vissuto come una pericolosa violazione in altri.
Un capitolo a parte è legato all’intimità.
In un momento in cui, in teoria, sarebbe più semplice dedicarsi a questo lato della vita insieme, non è infrequente che si verifichino, in uno dei partner o in entrambi, cali importanti del desiderio, che può però trovare nuova linfa nel rapporto, se i partner si mettono in gioco per comunicarlo.
Ma è la coppia stessa che deve affrontare il passaggio legato a questa crisi.
Quello che si deve in qualche modo ritrovare è la forza propulsiva di nuovi progetti, legati questa volta, forse per la prima volta dopo tanto tempo, alla coppia stessa.
La coppia deve essere in grado di investire su sé stessa, dedicarsi spazi inediti, tempi diversi, nuovi modi di incontrarsi.
Se la crisi viene superata si può raggiungere un livello di intimità molte volte più profondo, perché basato su contenuti autentici della coppia, destinati a perdurare nel tempo.
Per quanto in questa fase si possa tornare a reinvestire sulla coppia, non si esaurisce affatto il compito genitoriale.
I due partner devono essere impegnati nel favorire la crescita dell’identità e dell’individualità dei figli, favorendo la loro possibilità di provarsi in nuove autonomie, sapendo di poter “tornare” alla presenza solida dei genitori.
Come sempre per qualsiasi commento, domanda o chiarimento vi invito a scrivermi
Stefano Landoni
Psicologo Psicoterapeuta
info@studio-landoni.it
www.studio-landoni.it
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