Un mistery dalla prospettiva innovativa : “I delitti di Whitechapel”
Un romanzo misterioso e dalle tinte oscure, che catapulta nella Whitechapel di fine Ottocento, racconta in modo inedito le donne di Jack lo Squartatore e smonta i nostri pregiudizi
I delitti di Whitechapel
di G. Sgardoli e M. Polidoro
ed. DeAgostini
€ 16,90
La letteratura è piena di racconti e romanzi (e saggi) sulla figura del primo assassino seriale della storia: Jack Lo Squartatore. Il focus di questi libri, tuttavia, è esclusivamente la caccia a Jack e il tentativo di dargli un’identità precisa. La domanda che nessuno di questi libri si pone è: chi erano davvero le vittime della sua follia omicida?
La tradizione vuole che fossero prostitute, donne perdute, povere derelitte che se l’erano cercata. L’East End era la zona più degradata di Londra: sporca, piena di furfanti, pericolosa di giorno, figuriamoci di notte… Le donne cui il Mostro toglieva la vita, quindi, dovevano essere per forza parte di quell’umanità reietta che la società
benestante mal sopportava. L’idea era talmente radicata che alcuni giornalisti dell’epoca arrivarono a scrivere che Jack lo Squartatore stava facendo del bene, perchè aiutava a “ripulire” il quartiere.
Be’, niente di più falso. Le vittime di Jack erano donne normali, ma accomunate da una caratteristica: erano donne sole, senza possibilità economiche, spesso senza casa. Divorziate o vedove, spesso con una dipendenza dall’alcol che leniva la solitudine. Donne che avevano un nome e un cognome. Che avevano padri, madri, mariti e figli. Non erano prostitute. Purtroppo, la decisione su chi fosse o meno una prostituta era affidata al giudizio dei poliziotti, i quali registravano come tali praticamente tutte le donne che si aggiravano per la strade dopo il
tramonto.
“I delitti di Whitechapel” cerca di raccontare, seppur in forma romanzata, le storie delle vittime utilizzando nella narrazione il punto di vista della figlia (realmente esistita) di una di queste donne, Catherine “Kate” Eddowes. La ragazza si chiama Sybil Conway ed è una giovane donna acculturata e benpensante, che abita fuori Londra insieme a sua zia Elizabeth.
Conduce una vita monotona e semplice, priva di grandi emozioni. Fino al giorno in cui riceve un telegramma da Scotland Yard che le rivela che sua madre – Catherine, appunto – è la quarta vittima dello Squartatore.
Davanti a una notizia così scioccante Sybil vorrebbe provare qualcosa ma… non è facile empatizzare con la donna che l’ha abbandonata da piccola, diventando una senzatetto, una prostituta da due soldi. Zia Elizabeth in effetti sostiene che se la sia cercata. Anche i giornali, in un certo senso.
Sybil però non è disposta ad accettare un pensiero solo perché è la convenzione. Intende scoprire lei stessa chi fosse sua madre e perché sia stata assassinata. Ma addentrarsi per le vie di Whitechapel non è mai saggio, soprattutto se la scia di sangue lasciata da Jack lo Squartatore è ancora fresca…
Un romanzo misterioso e dalle tinte oscure, che catapulta nella Whitechapel di fine Ottocento, racconta in modo inedito le donne di Jack lo Squartatore e smonta i nostri pregiudizi.
Amanda Colombo – Galleria del Libro
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