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Non sempre tornare a casa è una buona idea: “La sabbia brucia”

Scrittura raffinata, battute a raffica, panorami mozzafiato e colpi di scena: non saprei cosa altro potrebbe chiedere un lettore

libro sul comodino

La sabbia brucia
di F. Vitaliano
ed. Bompiani
€ 18.00

Nell’immenso panorama dei giallisti italiani, che fanno della propria regione o della propria città uno dei protagonisti della storia, si distingue Fausto Vitaliano, che ha deciso di regalarci un protagonista quasi apolide: calabrese trapiantato a Milano, dove non si è mai sentito del tutto a casa, quando Gori Misticò torna nella sua città d’origine scopre che anche lì ormai è straniero…

Il protagonista è appunto Gregorio Misticò, detto Gori, carabiniere di lungo corso che  – per un errore stupido quanto madornale – fa saltare la sua copertura durante un’operazione antiterrorismo. Per non mettere in pericolo tutti i colleghi che lavoravano con lui, deve trasferirsi il più distante possibile: sceglie allora di andare a dirigere la caserma
di San Telesforo Jonico, il suo piccolo paese natale. Un ritorno alle origini che nelle sue intenzioni dovrebbe anche sollevargli il peso che sente sempre sul petto: quella solitudine dell’animo, che Milano non ha fatto che aggravare, potrebbe infatti lenirsi grazie ai luoghi familiari e ai ricordi che questi inevitabilmente porteranno…

Non gli ci vuole molto a capire che in paese poco è cambiato da quando se ne è andato, decenni prima. La caserma è fatiscente e mal guarnita, la popolazione ostile e rassegnata; lui poi non ha nessuno, visto che ha lasciato glu unici due amici – e una ex fidanzata – a Milano.

A strapparlo alle lunghe giornate passate a leggere Topolino alla scrivania ci pensa prima un vecchio caso rimasto irrisolto – un furto di una reliquia – e poi uno strano omicidio. Il primo caso lo porterà a conoscere una vera “ape regina”: la sacerdotessa di una strana setta che irretisce poveri illusi e si appropria dei loro beni, in maniera del
tutto legale anche se moralmente abbietta; il secondo lo vedrà mettere a rischio la vita, ma soprattutto rifletterci sopra… Perchè Gori è così solo? Davvero la sua malinconia è insita nel DNA, come crede, o forse è la paura di apririsi agli altri che lo porta ad isolarsi?  L’estrema sincerità, l’ironia fulminante, lo sguardo cinico e disilluso sono
barriere che Gori pone fra sè e il mondo.

In fondo, però, il bisogno di amare resta. E presto si farà sentire.

Scrittura raffinata, battute a raffica, panorami mozzafiato e colpi di scena: non saprei cosa altro potrebbe chiedere un lettore!

Da leggere, assolutamente (magari con i piedi a bagno del mare di Calabria).

Amanda Colombo – Galleria del Libro – Legnano

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 03 Luglio 2022
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