Sapete cos’è la “vendetta di Stato”? Ve lo spiega “Un giorno lo dirò al mondo”
Un libro che è come un pugno in pancia, che ti resta addosso e ti obbliga - sì, obbliga - a pensare
Un giorno lo dirò al mondo
di A. Milan
ed. Mondadori
€ 19.00
Alessandro Milan è oggi una delle voci storiche di Radio24, ma non molti sanno che i suoi inizi – nel 2000 – sono legati alla vicenda di Derek Rocco Barnabei, il ventiseienne italo-americano che, al termine di un processo indiziario durato tre settimane, viene condannato a morte per la violenza sessuale e l’omicidio della diciassettenne Sarah Wisnosky, all’epoca sua fidanzata.
I fatti si svolgono nel settembre del 1993, quando a Norfolk (Virginia), le acque del fiume Lafayette restituiscono il corpo senza vita della ragazza. Fin dal principio i sospetti ricadono su Derek, un ragazzo sfuggente, donnaiolo e affabulatore, incline alla menzogna. Risulta sospetta anche la sua partenza in tutta fretta la mattina dopo il delitto, anche se al momento dell’arresto Derek dichiarerà di voler raggiungere la madre per il suo compleanno. Per gli investigatori non ci sarà mai un altro sospetto, nè altre piste da controllare (il caso viene aperto e chiuso nel giro di poche ore); di contro, Barnabei si dichiarerà sempre innocente e vittima di un complotto.
Quando Milan si imbatte nel caso è il 2000, e Derek è già stato condannato a morte. Radio24 decide di seguire il caso e riporta l’attenzione su questo ragazzo che non vuole giustizia per sè, ma vuole che venga data voce ai molti condannati a morte da un sistema che penalizza chi non può permettersi una difesa decente o investigatori e
esperti di parte, chi fa parte delle minoranze e non ha voce nella società, chi viene arrestato in Stati dove la legge è sempre dalla parte dell’accusa. Dalla prima telefonata in diretta su Radio24 molte cose cambiano: in molti si mobilitano contro la sentenza da entrambi i lati dell’oceano; vengono raccolti fondi per reperire prove e riaprire il
caso; se ne occupano esponenti politici, il Parlamento europeo – che adotterà all’unanimità una risoluzione sulla pena di morte citando nel documento il caso Barnabei, definendolo controverso, e chiedendo di commutare la condanna in ergastolo –, persino papa Giovanni Paolo II si unisce agli appelli.
Tuttavia gli estremi tentativi di bloccare l’esecuzione non sortiscono alcun effetto. La Corte suprema rigetta i ricorsi presentati e Derek Rocco Barnabei viene giustiziato in Virginia il 14 settembre 2000. O meglio, viene “esecutato”, come dice Giancarlo Santalmassi – il famosissimo giornalista che va in onda su Radio24 per cui Milan cura i servizi -: “giustiziato” ha a che fare con la giustizia, mentre qui non c’è nulla di giusto.
In queste pagine, Milan fonde la puntualità dell’inchiesta giudiziaria con il racconto autobiografico, perché la vicenda di Barnabei non è per lui solo una prova giornalistica, ma un incontro umano che lo investe e lo segna personalmente. Per vent’anni ha cercato risposte agli interrogativi e ai dubbi sulla verità di Derek, seppure nella
convinzione che nessuna risposta possa giustificare la barbarie di una condanna a morte. Senza mai pendere dalla parte degli innocentisti o dei colpevolisti, Milan porta la nostra attenzione su un’unica certezza: la pena capitale «è sbagliata, sempre e comunque, anche per chi si è macchiato di un crimine efferato oltre ogni ragionevole dubbio». È soltanto una vendetta, «di Stato, ma pur sempre vendetta».
Un libro che è come un pugno in pancia, che ti resta addosso e ti obbliga – sì, obbliga – a pensare.
Amanda Colombo – Galleria del Libro
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