Donald Trump, Joe Biden e la Casa Bianca: guida alle elezioni presidenziali USA
Stati Uniti chiamati ad eleggere il 46° presidente della storia americana: ecco tutte quello che c'è da sapere sulle presidenziali a stelle e strisce
Stati Uniti chiamati a scegliere se voltare pagina o confermare per altri quattro anni Donald Trump alla guida del Paese: martedì 3 novembre, dopo i quattro anni di presidenza del tycoon, gli USA andranno alle urne per eleggere il 46° presidente della storia americana, nonostante quest’anno a causa della pandemia si siano già registrate affluenze record per il voto anticipato.
I cittadini dei 50 Stati che compongono la federazione dovranno scegliere tra il presidente uscente, il repubblicano Donald Trump, e il candidato democratico Joe Biden, vicepresidente durante il mandato di Barack Obama. Si vota anche per eleggere il vicepresidente – in corsa Mike Pence per i repubblicani e Kamala Harris per i democratici – e per rinnovare la camera dei rappresentanti, che ha 435 componenti divisi tra gli Stati in base alla popolazione, e un terzo del senato, ovvero 33 dei 100 membri, due per ciascuno Stato.
Il voto per il presidente a stelle e strisce, però, è indiretto. Il verdetto delle urne, infatti, non designerà direttamente la presidenza ma il cosiddetto Collegio Elettorale formato da 538 Grandi Elettori, uno per ogni componente del Congresso americano più tre rappresentati del District of Columbia, dove si trova la capitale Washington: saranno i Grandi Elettori a votare per il presidente. L’esito del voto, però, sarà chiaro già dalla composizione del Collegio Elettorale, dal momento che i Grandi Elettori sono espressione dei partiti e i casi di elettori infedeli nella storia americana sono pochissimi.
Nella quasi totalità dei casi i Grandi Elettori sono assegnati secondo la formula del “winner takes all”, ovvero in blocco. Fanno eccezione Nebraska e Maine, dove il metodo si basa su singoli collegi elettorali ed è più proporzionale. Il numero dei Grandi Elettori varia a seconda della popolazione dello Stato, con i più popolosi che automaticamente hanno quindi un peso maggiore sul verdetto delle urne. Come la California, che elegge 55 Grandi Elettori, o il Texas, che ne elegge 33. Ruolo chiave hanno anche i cosiddetti swing states, ovvero gli Stati in bilico, il cui voto storicamente non ha una chiara connotazione né democratica, né repubblicana. Come ad esempio Florida e soprattutto Ohio, che dal 1896 ha sbagliato solo due volte con il risultato che i suoi voti sono (quasi) sempre decisivi per spalancare le porte della Casa Bianca al vincitore.
Per vincere Trump e Biden avranno bisogno di almeno 270 voti elettorali e quindi di almeno 270 Grandi Elettori, che a metà dicembre formalizzeranno l’elezione del presidente degli Stati Uniti, il cui mandato inizierà ufficialmente il prossimo 21 gennaio. Nel caso in cui tra i Grandi Elettori non emerga una maggioranza assoluta, è la Camera dei Rappresentati ad eleggere il presidente. Se la maggioranza manca per il vicepresidente, invece, se ne occupa il Senato.
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