“Autoritratto”, Ugo Foscolo
La poesia della settimana è di Ugo Foscolo
Solcata ho fronte, occhi incavati intenti;
Crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto;
Labbro tumido acceso, e tersi denti,
Capo chino, bel collo, e largo petto;
Crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto;
Labbro tumido acceso, e tersi denti,
Capo chino, bel collo, e largo petto;
Giuste membra, vestir semplice eletto;
Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti;
Sobrio, umano, leal, prodigo, schietto;
Avverso al mondo, avversi a me gli eventi.
Talor di lingua, e spesso di man prode;
Mesto i più giorni e solo, ognor pensoso,
Pronto, iracondo, inquieto, tenace:
Di vizi ricco e di virtù, do lode
Alla ragion, ma corro ove al cor piace:
Morte sol mi darà fama e riposo.
“Autoritratto”
Ugo Foscolo
Conosciuto da tutti come Ugo Foscolo, in realtà all’anagrafe era Niccolò. Primo di quattro fratelli (due dei quali si toglieranno la vita) il poeta di Zacinto scelse di cambiare nome fin dalla giovane età. Due le ipotesi riguardo la scelta del nome Ugo: la prima fa riferimento al capostipite della famiglia, un uomo che ai tempi delle invasioni barbariche avrebbe lasciato Roma per fondare Rialto; la seconda, invece, riconduce la scelta del nome Ugo a un omaggio a Ugo di Basseville, diplomatico, rivoluzionario francese, anticlericale.
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