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“Bellezza” di Antonia Pozzi la poetessa lombarda del ‘900

Rubrica

Ti do me stessa,
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.

Ti do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.

Ti do me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi –

E tu accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido – della bellezza:
e tu lascia ch’io guardi questi occhi
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo –
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
delle vette –
Antonia Pozzi, “Bellezza” 4 dicembre 1934
In “Poesia che mi guardi”; a cura di G. Bernabò e O. Dino; Luca Sossella Editore.

2 dicembre 1938, nei pressi dell’abbazia di Chiaravalle: la neve, bianca e fredda, ricopre ogni cosa. Una ragazza di 26 anni si sdraia nel gelo. E si addormenta. Quando cercheranno di salvarla sarà troppo tardi. Aveva assunto una dose letale di barbiturici. Si spegnerà il giorno seguente.
La ragazza era Antonia Pozzi, poetessa lombarda riscoperta postuma e diventata una delle voci femminili più importanti della poesia italiana del Novecento. Figlia di un avvocato milanese e di una aristocratica (nonché nipote di Tommaso Grossi), Antonia ebbe una vita carica di passioni intense che traduceva in versi. Viaggiò in Europa, assistette i poveri nelle periferie, si dedicò alla fotografia e amò vigorosamente la poesia e la montagna.
“Voce leggera senza bisogno di appoggi, tende a bruciare le sillabe nello spazio bianco della pagina” la definì Eugenio Montale. Parte delle poesie di Antonia Pozzi, pubblicate tutte postume, é dedicata a A. M. C. : Antonio Maria Cervi, il suo professore liceale di latino e greco. Di lui Antonia si innamorò giovanissima, ma il padre ostacolò la relazione. Nella ragazza rimase il rimpianto per non aver potuto vivere “la vita sognata”.

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Pubblicato il 26 Novembre 2020
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