Quasi un’ora e mezza di consiglio comunale, a Legnano, trasformato in… tribuna elettorale a posteriori. Il voto di domenica scorsa è stato al centro delle dichiarazioni di apertura, con l’intervento di quasi tutti i gruppi consiliari. A tener banco, soprattutto, quello del sindaco Lorenzo Radice tornato sulla contestata lettera inviata a diversi legnanesi, come semplice cittadino, per sostenere le candidature di Emanuele Fiano e Sara Bettinelli.

«Io non mi riconosco nello stile di quella lettera – l’ammissione di Radice -. Il testo ha ricevuto la mia firma senza essere informato. L’avessi saputo l’avrei cambiata. Un errore causato dai tempi stretti della campagna elettorale. Un errore fatto in buona fede, del quale parleremo noi all’interno del PD. Io avrei parlato più del Paese, evitando attacchi all’avversaria». Il sindaco, che quindi non disconosce in toto il messaggio, ma solo alcune parti nella forma in cui sono state proposte, ha anche svelato di essersi scusato con Francesco Terreni, presidente del Circolo Carlo Borsani Fratelli d’Italia di Legnano, e con il sindaco di Busto Arsizio, Emanuele Antonelli, che l’aveva sollecitato in un comizio.

La parte del testo più critico era quello in cui era netta la contrapposizione tra una sinistra simbolo di una Italia aperta, giusta e solidale, rispetto una destra ricondotta a una immagine di divisioni e fonte di discriminazioni. Quello in cui le famiglie di Fiano (candidato del PD) e di Rauti (candidata di Fratello d’Italia) venivano contrapposte tra chi ha subito il fascismo e chi l’avrebbe animato.

«Bisogna comunque comprendere Fiano e la sua storia – ha affermato Radice emozionato – . Anche in questa campagna elettorale ha subito minacce antisemite e gli è stata assegnata una scorta. Minacce che anch’io sto subendo ogni giorno. Un sindaco comunque non viene meno al ruolo istituzionale se manifesta il suo pensiero. Schierarsi in campagna elettorale è assolutamente lecito»,

Affermazioni che sono state motivo di repliche da parte di Daniela Laffusa (Lega) e Francesco Toia (Lista Toia), anche con toni particolarmente duri. Toia tornando alla campagna 2020, quando la sorella, Carolina, candidata del centrodestra, subì attacchi sessisti. Laffusa ricordando le minacce riservate alla sua persona e a colleghi, attraverso lettere anonime nella propria cassetta postale: «E’ comunque grave che in questa assemblea si continui a parlare di fascismo. Voi continuate a demonizzare l’avversario ed è scorretto», l’accusa della consigliera leghista.

Ma è stato ancora il concerto di Bello Figo a movimentare la serata ulteriormente, vicenda tornata d’attualità per una serie di interrogazioni delle opposizioni. Per protesta contro le affermazioni del sindaco che ha nuovamente difeso l’organizzazione del Festival, Laffusa ha presentato pubblicamente le dimissioni dalla Consulta del Volontariato, in quanto alcuni presidenti di associazione che ne fanno parte, attraverso scritti e messaggi pubblici, hanno difeso sempre la decisione del sindaco nella intera vicenda. Dimissioni dettate anche dal fatto, ha poi commentato Laffusa, “dalla necessità che le associazioni di volontariato svolgano le loro funzioni naturali e lascino alla politica il compito di fare politica”

Laffusa, in questo contesto, ha dato lettura di alcuni testi che hanno fatto parte delle canzoni del rapper, senza i “bip” che avevano invece caratterizzato l’intervento di Carolina Toia in un precedente consiglio. Per alcuni istanti, nell’aula, sono volati attributi maschili e femminili, come mai accaduto nella storia comunale legnanese.

La seduta è stata aggiornata a giovedì 29