“Cancelliamo il centro civico S.Paolo e compriamo la Manifattura”, l’emendamento al bilancio non passa
La diversa visione della città alla base delle opposte opinioni nei primi due emendamenti al bilancio di previsione, discussi in consiglio comunale
Il piatto forte della seduta consiliare di questa sarà sarà il bilancio di previsione, preceduto ieri sera, lunedì 29 marzo, dall’esame dei primi due emendamenti (in tutto sono 14 quelli della Lega e della lista Toia), entrambi presentati da Francesco Toia.
Evidente, la diversa visione della città tra maggioranza e minoranza, emersa nella discussione degli emendamenti, simili nel contenuto e nell’obiettivo: favorire l’acquisto della Manifattura di Legnano, eliminando alcuni contributi inseriti nel piano triennale delle opere per sistemare strade, percorsi ciclabili, il solarium nell’ex parco Ila, oppure destinati al progetto Primus, alla rete verde del commercio e al centro civico San Paolo (il cui impegno sarebbe ridotto da 750mila euro a 50mila euro, praticamente cancellato). In questa maniera, secondo gli emendamenti, si recupererebbe un milione e mezzo di euro, da destinare all’operazione Manifattura.
Con la premessa del parere sfavorevole sia tecnico che contabile, e quello contrario della giunta perchè impegnerebbe il Comune ad un acquisto non previsto nella forma presentata e attraverso un mutuo impegnativo soprattutto in questa fase delicata da un punto di vista economico.
Con Franco Brumana contrario, la restante opposizione si è schierata compatta per l’approvazione degli emendamenti, convinta della sua validità concettuale: Letterio Munafò (“i debiti quando sono buoni vanno fatti”), Franco Colombo (“l’idea di fondo merita attenzione per un’area così importante per la città”), Carolina Toia (“l’opera era prevista nella campagna elettorale del centrosinistra, ma adesso si fa marcia indietro), Gianluigi Grillo (“la valutazione degli emendamenti deve essere fatta sulla idea di un intervento comunale nell’acquisto dell’area e consiglio alla giunta di riflettere sul concetto espresso dal documento”), Daniela Laffusa (“ci sarà anche qualche aspetto critico tecnicamente negli emendamenti, ma vedere una amministrazione che si rimangia le promesse elettorali è più grave”).
Prima Umberto Silvestri, Simone Bosetti, Giacomo Pigni e poi lo stesso sindaco Radice hanno fatto presente che l’acquisto, così come formulato nel dibattito, non è stato mai annunciato dal centrosinistra: “Il tempo è galantuomo e abbiamo cinque anni per dimostrare se quello che abbiamo scritto si verificherà o no”, la conclusione del primo cittadino.
Gli emendamenti sono stati respinti con i voti contrari della maggioranza e quello di Franco Brumana. Favorevoli gli altri otto consiglieri di minoranza.
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