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Referendum 8 e 9 giugno, ecco cosa cambierebbe per i bambini che vanno a scuola con i nostri figli

Venerdì 11 aprile il Comitato promotore del Referendum sulla Cittadinanza ha raccontato in un incontro a Milano cosa cambierebbe grazie alla riduzione da 10 a 5 anni del tempo necessario a chiedere la cittadinanza. «Gli altri requisiti: fedina penale pulita, tasse in regola e conoscenza dell'italiano resteranno validi»

Referendum cittadinanza milano

Striscioni, volantini, un microfono passato di mano in mano, qualche telecamera e, intorno, Milano che si muoveva frenetica come al solito. Il comitato promotore del Referendum sulla Cittadinanza ha dato un’accellerata alla corsa che condurrà verso il voto del prossimo 8 e 9 giugno.

Venerdì 11 aprile, sotto il Pirellone, di fronte alla stazione Centrale, sono stati chiamati a raccolta simpatizzanti, giornalisti e attivisti per ricordare la rilevanza del voto. Dopo la raccolta firme vincente, che ha permesso di ottenere la presentazione del quesito – 637mila, quota superiore alle 500mila necessarie -la mobilitazione non si arresta.

Il vero destinatario del messaggio sono ora i cittadini comuni, chiamati a esprimere il proprio parere su una legge che potrebbe impattare su 2milioni e mezzo di persone e, soprattutto, sui loro figli minori.

«Uno degli ostacoli più grandi è la disinformazione – ha spiegato Riccardo Magi, presidente del comitato – la maggior parte dei cittadini non sa che fra due mesi si andrà a votare. Abbiamo chiesto alla Rai di rispettare il Servizio pubblico che è tenuta a fare, ma sta a noi, usando i social e ogni occasione adatta a parlarne, ricordare alle persone intorno a noi cosa avverrà l’8 e il 9 giugno».

Fra meno di un mese c’è però un’altra scadenza importante che va ricordata: «Studenti e lavoratori fuori sede potranno votare nel comune in si trovano – ha ricordato Magi – ma è necessario presentino regolare domanda entro il 4 maggio».

È la narrazione che viene fatta della questione che va cambiata: «Il tema dell’immigrazione è sempre associato a problemi di sicurezza, ma in realtà il referendum parla delle persone che vivono regolarmente in Italia, pagano le tasse, parlano italiano e hanno la fedina penale pulita. Tutti questi requisiti non saranno toccati: ciò che chiediamo è che si cambi una legge fatta 30 anni fa, quando c’era un’Italia diversa. Ridurre gli anni da 10 a 5, per poter presentare la domanda di cittadinanza, avrebbe notevoli conseguenze sulla vita di chi lavora con noi e sui bambini che vanno a scuola con i nostri figli».

E cosa significhi essere nato qui o esserci arrivato a pochi anni di età e non essere cittadino, lo ha raccontato Deepika Salhan, laureatasi in Italia, ma impossibilitata a partecipare ad un concorso pubblico: «Non solo: i limiti sono notevoli, dalle gite scolastiche negate all’impossibilità a scegliere l’Erasmus, dalle opportunità lavorative che sfumano perchè non si possono svolgere viaggi di lavoro all’estero, alla scelta del percorso universitario, giusto per fare qualche esempio».

Referendum cittadinanza milano
L’intervento di Deepika Salhan

Le scuole possono essere uno dei terreni più fertili per convincere le persone ad andare a votare – hanno ripetuto i relatori perché la vera integrazione passa proprio dai banchi che i bambini condividono ogni giorno. Da sottolineare la testimonianza di Michele Usuelli, che lavora ogni giorno in neonatologia, che ha ricordato come a Riace, grazie alla presenza degli stranieri, una scuola primaria a rischio chiusura per denatalità restò aperta, e la poterono frequentare bambini stranieri e italiani insieme.

Tante le parole spese, dimostrando come il tema abbracci sfumature diverse, ma si riconduca sempre a una battaglia di civiltà: è arrivato però da più voci anche un mea culpa sull’operato dei governi di centro-sinistra, che non hanno messo in agenda la questione dei diritti delle “Figlie e Figli d’Italia”.

Non solo cittadinanza, però: l’incontro pubblico ha messo sotto i riflettori gli altri quattro referendum che si voteranno sempre l’8 e 9 giugno, relativi al lavoro. «Sono cinque quesiti che camminano insieme» e che potrebbero dare anche un segnale politico importante.

Referendum cittadinanza milano

Lo ha evidenziato Francesca Druetti, segretaria di Possibile, con un parallelismo con quanto avviene oltreoceano: «In USA ci sono le elezioni di Mid-term: mobilitiamoci, usiamo anche noi il voto del Referendum per lanciare un segnale forte al governo. Diciamo a gran voce che non ne condividiamo l’operato e questo costante attacco ai diritti».

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Pubblicato il 14 Aprile 2025
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