Lorenzo Radice e il secondo mandato di sindaco a Legnano: “Mi ricandido se…”
In una intervista rilasciata alla rivista Polis, il primo cittadino pone le condizioni per la ricandidatura: "Non partirò dai nomi, ma dalla volontà di mantenere attivi i due macro-obiettivi dell'attuale amministrazione: rigenerazione e sostenibilità"
Secondo la legge i comuni che hanno rinnovato i propri consigli e sindaci nell’autunno 2020 dovrebbero votare nella primavera 2026, ma non è da escludere che si voti nell’autunno 2025. E’ il caso di Legnano, la cui amministrazione potrebbe avere un mandato più lungo di sei mesi, tuttavia certezze non esistono ancora in quanto la recente circolare del Ministero potrebbe ricevere una interpretazione più puntuale dal governo Meloni tra gennaio e febbraio del prossimo anno. Con una norma specifica, infatti, potremmo avere una Election Day, per accorpare le elezioni amministrative a quelle regionali nell’autunno 2025.
In ogni caso, in città, da tempo si parla di elezioni e ultimamente sono apparse interessanti alcune dichiarazioni rilasciate dal sindaco Lorenzo Radice alla rivista “Polis” (leggere qui la versione digitale) . In una approfondita intervista a cura di Saverio Clementi, il primo cittadino si dilunga sulla sua possibile ricandidatura, a patto che vengano rispettate alcune condizioni. La più evidente, “proseguire il lavoro di gruppo iniziato nel 2020 con i due macro-obiettivi del mandato: rigenerazione e sostenibilità”. Non solo, Radice in maniera chiara spiega che il suo nuovo programma elettorale non partirà dai nomi. Messaggio chiaro, evidentemente, a chi sperava in una poltrona sicura.
Di seguito, la risposta completa di Radice alla domanda di Clementi: “Pensa di ricandidarsi per un nuovo mandato?”
«Questa è la domanda più difficile – la risposta del primo cittadino legnanese-. Ho chiesto alle forze politiche un lavoro preliminare: continuare a operare con quell’approccio basato sul metodo. Abbiamo fatto un lavoro di gruppo quando siamo partiti nel 2020 ed è da qui che sono emerse i due macro-obiettivi del mandato: rigenerazione e sostenibilità. Da lì abbiamo declinato azioni e programma che ha orientato il lavoro quotidiano della nostra Amministrazione.
Io ho chiesto di ripartire da lì, non dai nomi.
Per i prossimi cinque anni che cosa vogliamo fare? Come vogliamo lavorare su quel patrimonio che abbiamo rigenerato e su quei processi di sostenibilità che abbiamo innescato? Come ricostruire piattaforme per creare la città sociale che abbiamo cercato di mettere in atto? Sulla base delle risposte che arriveranno saranno le forze politiche a dire se può essere ancora Radice a metterci la faccia per trascinare tutta la squadra, e Radice stesso deve farsi la domanda: sono io la persona giusta per realizzare quel processo? Perché non è detto che un uomo o una donna vadano bene per qualsiasi tipo di obiettivo o di percorso. Questo ho chiesto di fare. Lo stiamo facendo e lo faremo, ancora una volta, lavorando insieme: come fa una squadra».
L’intervista ha già fatto il giro della politica legnanese e più di un oppositore dell’attuale maggioranza ha la stessa convinzione. Le riserve di Radice si scioglieranno più in là nel tempo, aiutate anche dal nome del candidato portato avanti dal centro-destra e da qualche iniziale sondaggio.
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