La Lega del territorio in consiglio a Legnano dopo l’assoluzione di Fratus. E l’aula diventa una bolgia
Clima al vetriolo in aula nella prima seduta del consiglio comunale di Legnano dopo l'assoluzione in appello di Fratus, Cozzi e Lazzarini
C’era da aspettarselo, in un’aula consiliare che ormai da anni è teatro di uno scontro politico ormai più che esacerbato. E infatti è successo: alla prima seduta dopo l’assoluzione in appello dell’ex sindaco Gianbattista Fratus, del suo vice Maurizio Cozzi e dell’ex assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini, l’aula consiliare di Legnano – “sold out” per la presenza di esponenti della Lega da tutto il territorio, compresa l’europarlamentare Isabella Tovaglieri – è diventata una bolgia. Tra applausi, interventi fuori microfono e proteste, è volato più di qualche insulto dal pubblico all’indirizzo dei banchi di giunta e maggioranza e, soprattutto, del presidente del consiglio Umberto Silvestri.
Da un lato le recriminazioni dell’opposizione per la spina staccata all’allora amministrazione Fratus dopo una primavera nera segnata dalle dimissioni di massa in consiglio comunale e dallo “tsunami” Piazza Pulita e per quello che senza mezzi termini hanno definito il «fango» gettato su un’intera maggioranza dopo gli arresti. Dall’altro l’accento messo dalla coalizione al governo di Legnano sulla distinzione tra la crisi politica della giunta di allora e l’inchiesta che l’avrebbe poi decapitata. Con un solo “fuori copione”: le scuse del consigliere di Fratelli d’Italia Franco Colombo, allora tra i volti del Comitato Legalità a Legnano, che ha voluto «metterci la faccia per chiedere scusa» a persone che in quel periodo ha «infangato».
Il centrodestra: “Adesso chiedete scusa”
Dai banchi della minoranza sono fioccate condanne al «giustizialismo» e richieste di scuse. «Mi auguro che questa vicenda faccia da esempio – ha sottolineato il consigliere di Fratelli d’Italia Gianluigi Grillo -: la foga giustizialista di mettere il colpevole in prima pagina prima che le vicende vadano avanti molto spesso porta a conclusioni sbagliate, a cavalcare l’onda del momento, a dare addosso ad una persona e a farla soffrire in maniera esagerata per poi scoprire dopo anni che tutto quello che è stato detto non è assolutamente vero»
«Gran parte di questa amministrazione è stata precipitosa, mentre avrebbe dovuto essere molto più garantista e non condannare senza se e senza ma dal primo giorno tre persone che sono risultate innocenti – ha aggiunto il consigliere di Forza Italia Letterio Munafò -. Questa non è democrazia ma presunzione di avere ragione in tutto ciò che si fa, e lo state facendo anche come amministrazione. Fino a quando non si esauriscono i tre gradi di giudizio non si possono condannare le persone: voi lo avete fatto e dovete chiedere scusa perché un assessore si è fatto addirittura 40 giorni di galera: hanno vissuto un incubo che nessuno augurerebbe nemmeno ad un nemico, voi invece lo avete fatto»
«La verità processuale conclamata è che Fratus, Cozzi e Lazzarini sono innocenti a dispetto di tutto il fango, del meschino tentativo di confondere le carte e di non dire che queste persone sono state messe alla gogna pubblica – le parole di Daniela Laffusa, che nel suo intervento ha parlato di comportamento da «bestie» e «miserabili» -. Il sindaco si è circondato di persone che hanno messo, loro sì, macchie su Legnano. Non sono state rovinate solo tre vite, ci sono altre sette persone che hanno ancora un processo in corso: l’avete fatta grossa. Durante la scorsa consiliatura ci avete offeso, mortificato, umiliato: mi sarei aspettato dal sindaco una telefonata al suo collega Fratus, invece neanche una parola».
Sulla stessa linea il consigliere Francesco Toia, per il quale «si è chiuso un triste capitolo: per colpa di questi comitati si è consegnata la città ad un sindaco abusivo, al peggior governo che Legnano abbia mai visto nella storia. Avete rubato il futuro ad una città, ai giovani, agli anziani: i vostri danni andranno avanti per anni, ci vorranno intere legislature del centrodestra per risanare i danni di una giunta di comunisti».
Così come la capogruppo della Lega Carolina Toia, che si è detta «profondamente dispiaciuta perché questa non è stata soltanto una vicenda politica e giudiziaria, ma anche una dolorosa vicenda umana durata quasi 5 anni, una vicenda che ha gettato non poco fango su tre persone ingiustamente accusate, e nessuno potrà restituire quello che in questi anni è stato dolorosamente strappato». «L’assoluzione con formula piena porta a sgretolare il castello di accuse costruite ad arte per distruggere il nemico politico, che nel caso di specie ero io – ha aggiunto snocciolando una serie di episodi che l’hanno coinvolta in prima persona durante la campagna elettorale -. Quello che ci lascia particolarmente amareggiati è che a causa di questa vicenda, frutto di una vicenda esclusivamente politica, Legnano è arrivata alle elezioni ricoperta da quel fango generato dalle accuse, con l’asito nefasto che è sotto gli occhi di tutti».
L’impatto della vicenda giudiziaria è stato sottolineato anche dal consigliere di Fratelli d’Italia Stefano Carvelli, per il quale «non si può negare che il problema generato da Piazza Pulita abbia influito su alcune decisioni prese in quelle sentenze, così come non si può negare che gli strascichi abbiano poi portato il centrodestra a perdere le elezioni. Non so se questa sentenza possa diventare un epitaffio anticipato per questa amministrazione, ma vi invito a rivedere la vostra azione amministrativa perché vi posso garantire che la cittadinanza non è contenta di voi».
La maggioranza: “No alle strumentalizzazioni”
Accuse respinte sostanzialmente al mittente dai banchi della maggioranza, che ha puntato il dito contro le strumentalizzazioni.
«L’azione penale non viene esercitata dal singoli cittadini ma da un sistema giudiziario che ha fatto il suo corso, e oggi siamo arrivati ad una sentenza di assoluzione – ha replicato il consigliere Dem Giacomo Pigni, trovando poi sponda nel collega di maggioranza Eligio Bonfrate -. Vorrei però parlare di politica, vorrei parlare dell’esperienza politica di quel periodo storico: nessuna assoluzione sul piano penale può cancellare quello che è avvenuto sul piano amministrativo e soprattutto politico, nulla può cancellare ciò che l’istituzione non riusciva più a fare ovvero avere una maggioranza in consiglio comunale. Nulla può cancellare un dato di fatto: un gruppo politico che si è sfaldato e non è riuscito a stare insieme, evidentemente non unito da idee forti come questa maggioranza».
Poche parole dalla capogruppo del PD Sara Borgio, che ha scelto di non proseguire dopo le proteste sollevate dalle prime battute del suo intervento nel quale ha parlato di «brutto messaggio» politico per la presenza «solo stasera» di «una grossa presenza di simpatizzanti «di una parte politica», mi viene da dire per intimorirci».
«È ovvio che anch’io sono felice che le persone coinvolte in questa vicenda oggi ne siano fuori – ha chiosato il sindaco Lorenzo Radice -. Quello che sta succedendo questa sera dimostra che già nel periodo immediatamente successivo ai fatti, la campagna elettorale ne è stata assolutamente poco influenzata, come già era stato quando l’allora sindaco Vitali vinse nonostante una serie di scandali e arresti. Non troverete mai una mia dichiarazione sulla vicenda giudiziaria, perché rispetto il lavoro di altre istituzioni che devono fare il loro lavoro. Qui non c’è nessun abusivo, c’è una maggioranza che ha vinto le elezioni e che ha voluto dare un segnale: Legnano era stufa della situazione di immobilismo che si era creata, e allora come oggi ci ha chiesto di guardare avanti. Questa città ha bisogno di riprendere a camminare, come ha fatto in questi tre anni».
In linea con la maggioranza, quantomeno sul profilo delle strumentalizzazioni, anche Franco Brumana del Movimento dei Cittadini, che pure ha manifestato «grande soddisfazione per l’assoluzione di Fratus, Lazzarini e Cozzi». «La storia va ricordata per quello che è stata: il Comitato Legalità non si è mai interessato delle imputazioni penali dei tre, le manifestazioni riguardavano il rifiuto di prendere atto che non c’erano più le condizioni che consentissero al sindaco e al consiglio comunale di rimanere in carica. Fratus non è caduto per la sua vicenda penale: è caduto perché la sua maggioranza è implosa e invece di prendere atto di questo ha provveduto tramite il difensore civico regionale ad una surroga illegittima. Anche per rispetto dei tre imputati, penso convenga non usare la loro vicenda per finalità politiche».
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