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Offese fuorionda in consiglio a Legnano, le minoranze: “La società civile dia un forte segnale di allarme”

I consiglieri di minoranza con una nota stampa chiedono ai rappresentanti dell’attuale amministrazione comunale di tornare «a meditare e riflettere sull’accaduto»

consiglio comunale legnano

Dopo le offese fuorionda pronunciate al termine del consiglio comunale di Legnano (ma registrate in streaming e poi cancellate) dal presidente del consiglio Umberto Silvestri, le minoranze chiedono ai rappresentanti dell’attuale amministrazione comunale di tornare «a meditare e riflettere sull’accaduto, rivedendo le proprie affermazioni e decisioni», e chiedono che «la società civile tutta dia un forte segnale di allarme».

Con una nota stampa i consiglieri comunali Carolina Toia, Francesco Toia, Daniela Laffusa, Romano Colombo, Letterio Munafò, Gianluigi Grillo, Federico Amadei, Stefano Carvelli e Franco Colombo, replicano a quanto dichiarato dal sindaco Lorenzo Radice. Il primo cittadino, infatti, pur richiamando tutti a usare frasi più opportune, in un’intervista rilasciata a Legnanonews aveva invitato a porsi delle domande rispetto al fatto che tutti abbiano pensato al consigliere Toia come alla persona offesa nonostante non fossero stati fatti nomi: «È talmente evidente che all’interno del consiglio c’è un problema che ha un nome e un cognome che questo ci deve imporre una domanda», era stata la sua dichiarazione.

LA REPLICA DELLE MINORANZE

«La seconda carica istituzionale di questo Comune, il presidente Silvestri, non più tardi di qualche settimana fa, durante una seduta di consiglio, alla presenza della segretaria comunale, ha definito “deficiente” un consigliere comunale di minoranza, non presente in aula al momento. Non avremmo voluto rispondere a tale volgarità, certi delle scuse dell’autore di tale gesto, che tuttavia non vi sono state, a riprova certa della assoluta inadeguatezza al ruolo che lo stesso ricopre. Purtroppo – scrivono i consiglieri di opposizione -, a pochi giorni di distanza da questo spiacevole e grave episodio, la prima carica del Comune, il sindaco Radice, invece che scusarsi e, quindi, chiedere le dimissioni dello stesso presidente resosi protagonista di un così vergognoso evento, al contrario, con violenza ed arroganza politica, ha accentuato ed alimentato ancor di più la polemica in una recente intervista».

Dichiarazioni, quelle del sindaco, che i consiglieri non accettano e che secondo loro sarebbero state pronunciate con l’obiettivo di «distogliere l’attenzione dai fallimenti politici della sua amministrazione, a partire dal disastroso PGT dei centri commerciali appena votato, passando attraverso le mai risolte problematiche di sicurezza in città per arrivare ai deficitari interventi sulle politiche attive del lavoro (per citare solo alcuni esempi), cercando così di alimentare un clima di rissa politica».

Le minoranze richiamano quindi «l’articolo 54 della Costituzione italiana che prevede che i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche abbiano il dovere di adempierle con disciplina ed onore», sottolineando che «non si può confondere la occasionale esuberanza di un giovane consigliere comunale al suo primo mandato, con la volgarità e la totale inadeguatezza di un presidente del consiglio comunale che ormai da più di 15 anni vive, con ruoli ed emolumenti correlati, all’interno della politica».

E concludono con un auspicio: «Riteniamo quindi, alla luce di quanto appena descritto, non vi siano al momento le condizioni minime di base, che si chiamano “rispetto” e “civiltà”, per un sano e leale confronto democratico – concludono così i consiglieri firmatari del comunicato -. Auspichiamo che i rappresentanti dell’attuale amministrazione comunale tornino a meditare e riflettere sull’accaduto, rivedendo le proprie affermazioni e decisioni, e che la società civile tutta dia un forte segnale di allarme. Diceva Umberto Eco che “quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia”. Per tale motivo e per lo spirito di comunità che ci guida, tutti noi continueremo a parlare con la città ed i cittadini ed a mostrare loro quanto di ingiusto viene compiuto dall’amministrazione Radice. Lasciamo Radice nelle stanze dorate del Palazzo a prendere decisioni, da solo, “sopra la testa” dei legnanesi». Non ha invece firmato il documento il consigliere di minoranza Franco Brumana che spiega qui le sui motivazioni 

Qui il comunicato stampa integrale delle minoranze

Offese fuorionda in consiglio a Legnano, Radice: «Non sono stati fatti nomi ma “il re è nudo”»

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Pubblicato il 16 Gennaio 2024
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