Israele-Gaza, tu da che parte stai? Anpi risponde con una marcia della Pace
Le sezioni Anpi della valle Olona scendono in piazza per dire NO alla guerra, chiamando tutti a partecipare ad una marcia della Pace domenica 12 novembre, con arrivo ai Calimali
Da che parte stare?
A questa domanda, che bussa aspra nelle coscienze di tutti noi dinanzi alla guerra scoppiata fra Israele e Hamas, ha scelto di rispondere Anpi, con una mobilitazione che ingloba tutte le sezioni della valle Olona e punta a coinvolgere la società civile.
La risposta gridata a gran voce, è solo una: occorre stare dalla parte della Pace. “Non ci può essere alcun dubbio su questa scelta: se si ha sete di equità, libertà e giustizia si sta sempre e comunque dalla parte delle vittime, degli oppressi, degli indifesi“.
“Un appello a tutti i cittadini dei comuni della valle Olona, uomini e donne di tutte le età , di tutte le religioni, di tutte le classi sociali e di tutte le nazionalità, sensibili all’impegno per la giustizia e la fratellanza tra i popoli, preoccupati per un situazione geopolitica globale in costante deterioramento, che vogliano unirsi sotto un’unica bandiera con i colori della Pace, a partecipare ad una marcia pacifista tra i comuni del Medio Olona che si terrà in data domenica 12 novembre lungo la ciclo-pedonale in Valle Olona“.
Con un messaggio diretto e una riflessione che attinge all’appello per la pace di papa Francesco, Anpi cerca di scuotere le coscienze di tutti, chiedendo di trasformare l’amata ciclabile, percorsa ogni giorno da tante persone a piedi e in bicicletta, in un fiume di gente unita dalla parola Pace.
In occasione della guerra in Ucraina erano state le Amministrazioni comunali della valle Olona a organizzare una marcia della Pace, che aveva coinvolto una gran fetta di cittadini. A distanza di un anno e mezzo, Anpi spera nella partecipazione di famiglie, istituzioni e altre associazioni in questo nuovo giorno unitario. Anche in questa occasione, l’associazione dei Calimali accoglierà la manifestazione e coloro che vi prenderanno parte: i volontari avevano già in programma di proporre una castagnata con bevande calde, che potranno quindi essere consumati da chi prenderà parte alla marcia della Pace.
Di seguito il messaggio delle sezioni Anpi, che senza giri di parole prende nettamente le distanze dal terrorismo di Hamas e dall’assedio che Israele sta portando avanti:
«Papa Francesco dice che “Viviamo in una terza guerra mondiale, combattuta a pezzi”. L’ultimo conflitto, ma solo in ordine di tempo, vede la popolazione civile di Palestina e Israele vittime di decenni di scontri, di conflitti territoriali e problemi politici irrisolti.
L’espansionismo israeliano, gli interventi sconsiderati, guidati da una logica di dominio sul mondo perpetrati da decenni dagli Stati Uniti e dal blocco atlantico, la totale sudditanza e impotenza Italiana ed europea, il cinismo e l’opportunismo dei governi dei paesi arabi e un uso sciagurato e criminale del metodo terrorista, di sovente non privo di un blasfemo richiamo a Dio, hanno causato migliaia di morti tra la popolazione civile, con una altissima percentuale tra i i bambini, decine di migliaia di feriti, mutilati, orfani, distruzioni catastrofiche, condizioni di vita disumane.
Sottoporre ad un assedio un intero territorio, bombardarlo distruggendo case , strade, scuole ed ospedali, va oltre ogni possibilità di comprensione e ‘’regola’’ che ogni guerra dovrebbe osservare. Una grande democrazia, se vuole essere tale, non può attuare interventi di distruzione totale in cui bambini, donne, anziani, ammalati siano le principali vittime.
Così come, del resto, rapire civili o sparare nel mucchio non può in alcun caso essere contemplato come lotta politica lecita, l’atto terroristico è un crimine e non trova mai giustificazione, esso apre le porte solo a nuovo odio, a nuove tragedie e al rischio di una degenerazione del conflitto pericolosissima e molto oltre i confini dove si è generato.
E’ ora di fermare questa giostra mortale, che gira all’impazzata ormai da troppo tempo. E’ compito della politica tutta farlo, la diplomazia e la politica trovano il loro senso più alto e nobile nel prevenire le guerre e, quando esse siano in corso, nel portarle a soluzione.
E’ dovere morale e politico che, laddove si eserciti il potere di decidere, si ascoltino le voci del popolo, delle associazioni, di chi autenticamente opera per la pace e la giustizia tra i popoli del mondo. Troppo spesso il sentimento comune e popolare è ignorato da una politica che, neppure in grado di imporre una minima tregua di tipo umanitario, risulta sempre più sconnessa dagli imperativi morali dell’essere pienamente umano, rispondendo a interessi di parte o di area di appartenenza.
E’ dovere di tutti noi dare testimonianza di vicinanza, compassione e solidarietà verso tutte le vittime.
DA CHE PARTE STARE
Le nostre coscienze oggi sono chiamate a confrontarsi con le migliaia di bambini morti innocenti, con un numero enormemente maggiore di feriti, mutilati, orfani, catastrofi sociali, ambientali e condizioni di vita inumane, povertà, povertà e ancora povertà, in molte parti del mondo.
Questo stato di cose è il presupposto di nuovi enormi esodi di massa, con il solo risultato dello sfruttamento economico di masse impoverite, di odio etnico e di razzismo.
Da che parte stare? E’ la domanda che ci impongono costantemente i media e la politica. Nell’atto di scegliere, essi ci ricordano costantemente di valutare ‘’da che parte del mondo sei nato’’, e qual’è la scelta migliore per ‘’ il tuo interesse’’.
Respingiamo questa logica, che ha portato alla situazione attuale. Ogni guerra, ogni conflitto non parte senza ragioni, si parte sempre da cose concrete; controllo di risorse energetiche, ettari in più da coltivare a frutti che si venderanno in Europa o all’altro capo del mondo; tante e ripetute piccole e grandi ingiustizie, che aumentano sino a diventare grandi drammi sociali. Con egoismo e ignoranza, anziché con giustizia, seguendo la sola logica economica e politica connaturata al profitto, tipica del capitalismo, quand’anche espressa in stati democratici, siamo arrivati a questo punto.
Da troppi anni il ‘’nostro sistema’’ produce conflitti e non sa né prevenire né risolvere le guerre: ha fallito.
Per tutto questo domandiamo Pace».
Questi i dettagli sulla marcia della Pace in valle Olona.
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